La gravidanza è caratterizzata da un complesso rimaneggiamento endocrino-metabolico finalizzato a garantire il necessario apporto di nutrienti al feto e preparare adeguatamente l’organismo materno al parto e alla lattazione. In particolare, si osserva una riduzione della sensibilità insulinica con successivo aumento della glicemia materna (soprattutto postprandiale), del flusso di glucosio al feto e degli acidi grassi liberi materni, utilizzati a fini energetici.

La dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (VLCKD) costituisce una importante opzione terapeutica per il trattamento dell'obesità. L’obiettivo principale di tale modello dietetico è di inibire la lipogenesi e promuovere l’ossidazione dei grassi di deposito.

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una endocrinopatia che interessa il 4-12% delle donne in età riproduttiva. Tra le caratteristiche della PCOS vi è la insulino-resistenza, che contribuisce all’accumulo di grasso in sede viscerale, con rischio di sviluppare obesità, ridotta tolleranza glucidica, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica, diabete mellito tipo 2, disfunzione endoteliale, dislipidemia, aterosclerosi, iperplasia e carcinoma dell’endometrio.

I due quesiti di accesso più frequenti in un ambulatorio di andrologia sono l’infertilità di coppia e i disturbi della sessualità.  Nel 2017 la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams) ha pubblicato un Position Statement sull’utilizzo dei nutraceutici nei disordini della riproduzione e della sessualità maschile [1].

La prevalenza del diabete mellito di tipo 2 (T2D) è in aumento in tutto il mondo. Si stima che 537 milioni di adulti di età compresa tra 20 e 79 anni siano affetti da diabete mellito, la maggior parte dei quali presenta il T2D [1]. Il Diabetes and nutrition study group (Dnsg) e la European association for the study of diabetes (Easd) sottolineano fortemente il ruolo chiave delle attività di politica sanitaria regionali e nazionali per frenare l'epidemia di diabete di tipo 2 e incoraggiano l'istituzione di programmi di prevenzione multidisciplinari. Per quanto concerne l’aspetto nutrizionale, esse hanno recentemente pubblicato un documento [2] che include le raccomandazioni europee basate su evidenza di livello I (metanalisi e revisioni sistematiche condotte con metodo Grade) per la gestione dietetica del diabete da applicare alla pratica clinica.

Il prediabete è definito da livelli di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 125 mg/dl o da valori glicemici compresi tra 140 e 199 mg/dl dopo due ore dal carico orale con 75 gr di glucosio. Ancora, esso è caratterizzato da valori di Emoglobina Glicosilata (HbA1c) compresi tra 5,7% e 6,4 %1. Corrisponde a una fase critica, che richiede interventi tempestivi al fine di prevenire la progressione verso il Diabete mellito tipo 2 (Dm2)2. Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per il ruolo della nutraceutica nel trattamento del prediabete, considerando che numerosi studi hanno dimostrato come l'assunzione di alcuni nutraceutici migliori i valori di glicemia a digiuno e/o di HbA1c, riducendo il rischio di sviluppare Dm2.3-4

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