La Società Italiana di Medicina Interna interviene nel dibattito di questi giorni sul tema digiuno/longevità, con una nota in cui tende a fare chiarezza sul ruolo che la restrizione calorica può giocare nella protezione delle funzioni cellulari. Ne abbiamo parlato con Giorgio Sesti, presidente Simi e Alessandro Laviano, associato di Medicina interna alla Sapienza, Università di Roma.
Restare giovani è una delle nostre più grandi chimere. La vita media si è allungata e la nostra cultura sposta continuamente in avanti la soglia alla quale ci consideriamo anziani. Esistono teorie scientifiche e false teorie, diete e manuali che ci dicono come dobbiamo mantenerci in forma, come dobbiamo trattare il nostro corpo: tutto questo rende molto difficile capire, e anche accettare, come e perché il nostro organismo muta nel tempo. In La via dell'equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità, Antonella Viola racconta le ragioni biologiche ed evolutive di un’esperienza universale, che ciascuno di noi attraversa a modo suo, con il proprio corpo, secondo tempi diversi.
Una carenza di vitamina D aumenta il rischio di morte prematura per qualsiasi causa e, in particolare, per cancro, malattie cardiache o polmonari.
Il Codice della longevità sana (C. Ricordi, Mondadori, 192 pp.; € 18,50) è un insieme di regole che, se seguite con un po' di disciplina, salvaguardano il nostro corpo dai danni dell'invecchiamento cellulare, dalle infiammazioni e dalle debolezze immunitarie.