Il legame tra obesità, alimentazione e malattia renale cronica (Mrc) è stato uno dei temi chiave del 63° congresso della Società italiana di nefrologia (Sin), svoltosi nei giorni scorsi a Rimini, durante il quale si è sottolineato come l’eccesso ponderale impatti su qualità e aspettativa di vita dei pazienti nefropatici, risultando, al tempo stesso, causa e conseguenza di una progressiva riduzione della funzionalità renale.

Negli ultimi anni, sono emerse diverse evidenze sulla capacità di molti fitoterapici e/o nutraceutici di interferire con alcuni parametri legati alla sindrome metabolica, contribuendo così a ridurre lo sviluppo di rischio cardiovascolare. Come discusso recentemente a Bologna, nel corso del congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), si sta assistendo a una diffusione di questi prodotti, in particolare nel campo dell’eccesso ponderale e del diabete mellito di tipo 2 con obesità.

Il 5-idrossitriptofano (5-Htp), aminoacido naturale che non partecipa alla sintesi proteica ma è il precursore del neurotrasmettitore serotonina e dell'ormone amminico melatonina, svolge un ruolo importante nella regolazione delle emozioni, del comportamento, del sonno, del dolore e della temperatura corporea. È attualmente usato nel trattamento di depressione, insonnia ed emicrania, ma il suo ruolo si sta dimostrando interessante anche in altri ambiti terapeutici.

Si terrà a Pavia, dal 22 al 24 giugno prossimi la quinta edizione del corso teorico-pratico sull’applicazione clinica della terapia chetogenica, promosso dal Centro interdipartimentale di studi e ricerche sulla nutrizione umana e i disturbi del comportamento alimentare dell’Università degli studi di Pavia. Titolo dell’appuntamento: Dalla dieta chetogenica classica al semi-digiuno.

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