I nutraceutici nella gestione integrata dell'obesità

04 Ottobre 2022

Negli ultimi anni, sono emerse diverse evidenze sulla capacità di molti fitoterapici e/o nutraceutici di interferire con alcuni parametri legati alla sindrome metabolica, contribuendo così a ridurre lo sviluppo di rischio cardiovascolare. Come discusso recentemente a Bologna, nel corso del congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), si sta assistendo a una diffusione di questi prodotti, in particolare nel campo dell’eccesso ponderale e del diabete mellito di tipo 2 con obesità.

“Dopo la scoperta di nuovi farmaci per l’obesità con un profilo molto soddisfacente tra efficacia e sicurezza, quali liraglutide, semaglutide e tirzepatide, nel campo nutraceutico sono da ritenersi molto interessanti gli studi che abbiano come focus il mantenimento del peso dopo avvenuto calo ponderale, la riduzione dello sviluppo dei fattori di rischio cardiovascolari e la sindrome metabolica”, sottolinea Fabrizio Muratori, direttore del Centro di riferimento per lo studio, la diagnosi e la terapia dell’obesità all’Ospedale Sant’Anna di Como. “La ricerca in questo campo ha permesso di sviluppare prodotti nutraceutici in grado di migliorare le alterazioni presenti, in particolare le dislipidemie, l’ipertensione arteriosa e l’insulino-resistenza, tutti biologicamente correlati nello sviluppo della sindrome metabolica”.

L’uso combinato di più nutraceutici, con azioni differenti e sinergiche, sembra la strategia più promettente, attingendo a una vasta gamma di composti.  

“Sono numerosi i fitoterapici che vengono utilizzati come ipocolesterolemizzanti e anti-diabetici nel trattamento di sovrappeso e obesità”, prosegue Muratori. “Abbiamo nutraceutici derivati dalla cannella, berberina, acido corosolico, carantina del melone amaro, catechine, curcumina, flavonoidi, thè verde, Omega-3 e peptidi della soia. Sempre in ambito sovrappeso/obesità annoveriamo prodotti che contengono metilxantine, agenti che possono incidere sul metabolismo e in misura minore sull’assunzione di cibo come arancio amaro, fucus, thè verde, caffeina e mucillagini che possono ridurre l’assorbimento di nutrienti, come gomme guar, psillio. A ciò, si aggiungono possibili composti nutraceutici con azione modulante l’umore, come la griffonia simplicifolia e, infine, prodotti con azione drenante quali orthosiphon, pilosella ed equiseto. In conclusione, supplementi dietetici o prodotti nutraceutici hanno un limitata efficacia nella terapia dell’eccesso ponderale. Al contrario, molti fitoterapici e/o nutraceutici sono in grado di incidere su alcuni parametri, potendo così ridurre lo sviluppo di rischio cardiovascolare in alcune patologie metaboliche, e sul mantenimento del peso dopo avvenuto calo ponderale. Sono, comunque, necessari ulteriori studi rigorosi per inquadrare meglio l’uso dei nutraceutici nelle patologie metaboliche”.

Nicola Miglino

 

 

 

 

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