Prove sempre più evidenti suggeriscono un potenziale ruolo delle fibre alimentari nei disturbi dell'umore, così come sta emergendo che l’asse microbiota-intestino-cervello è sempre più implicato nella fisiopatologia della depressione e dell’ansia.

Non è affatto vero che consolarsi con un barattolo di gelato o una scatola di cioccolatini sia il sistema migliore per affrontare una situazione negativa: invece che migliorare l’umore, un eccesso di zuccheri può aumentare il rischio di depressione. Lo sostiene uno studio pubblicato su Bmc Psychiatry che ha rilevato come un aumento di 100 g/die di zucchero nella dieta si collegherebbe a una prevalenza di depressione più elevata del 28%.

Una nuova umbrella-review, pubblicata di recente sul British journal of nutrition, sottolinea l’utilità di un’integrazione con Omega-3 in aggiunta alle terapie standard nel trattamento della depressione maggiore.

I probiotici potrebbero presto rivelarsi un utile supporto alla terapia antidepressiva. A rivelarlo, uno studio in doppio cieco e randomizzato da poco pubblicato su Jama Psychiatry, condotto da ricercatori del King’s Collegedi Londra e progettato con l’obiettivo di verificare l’effetto dell’utilizzo di probiotici su pazienti depressi in termini di efficacia e sicurezza.

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