Svelato il meccanismo molecolare con cui il tè verde è in grado di esercitare un effetto onco-protettivo. Tutto ruota intorno a un polifenolo, l’epigallocatechina gallato (Egcg), e al suo legame con p53, proteina naturale anti-cancro, nota come "guardiano del genoma" per la sua capacità di riparare i danni del Dna o distruggere le cellule tumorali. Questi i risultati di una ricerca pubblicata nei giorni scorsi su Nature communications, condotta da un gruppo di scienziati del Rensselaer polytechnic institute di New York.

Diversi sono i nutraceutici generalmente considerati sicuri che possono offrire una nuova strategia di intervento per il trattamento del dolore da artrosi e, per molti di questi, studi recenti hanno iniziato a identificare anche il meccanismo d'azione.

Un consumo abbondante di tè verde e caffè riduce il rischio di mortalità in chi soffre di diabete di tipo 2. Questi i risultati di uno studio osservazionale, prospettico, condotto su una popolazione giapponese e pubblicato su Bmj open diabetes research & care.

L’aggiunta alle terapie standard di un estratto a base di Bacopa Monnieri, foglie di Ginko biloba, tè verde (complessati con fosfatidilserina) consente di migliorare il controllo pressorio e la funzione cardiovascolare negli ipertesi poco responsivi ai trattamenti. Questi i risultati di uno studio italiano pubblicato sul Journal of the american heart association e condotto dal laboratorio di Fisiopatologia vascolare dell'Irccs Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l'Università di Medicina di Salerno, l'Università Federico II di Napoli, l'Irccs Multimedica di Milano e l'Università La Sapienza di Roma.

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