Indizi di efficacia per la melatonina in corso di Ibs

17 Novembre 2022

Una supplementazione con melatonina può migliorare sintomatologia e qualità di vita dei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (Ibs). Questi i risultati di una metanalisi da poco pubblicata sul Journal of the formosan medical association che ha selezionato, da diverse banche dati, quattro trial clinici randomizzati (Rct) per un totale di 115 pazienti coinvolti (75,6% donne, età media 39 anni, 62,9% Ibs C, ovvero con costipazione, rispetto al restante con Ibs D, ovvero con diarrea).

Negli studi presi in esame, la durata media del trattamento era di 11,5 settimane, per dosaggi di 3 mg prima di coricarsi, 3 durante il giorno e 5 mg la sera. Obiettivo primario degli studi era verificare miglioramenti nella sintomatologia dolorosa, nella distensione intestinale e, in generale, nella qualità di vita. Secondario: la ricaduta sulla qualità del sonno.

I risultati indicano come la supplementazione abbia migliorato significativamente il dolore nei pazienti trattati, anche nei sottogruppi che non assumevano farmaci concomitanti. Nessuna differenza con i gruppi di controllo per ciò che concerne distensione addominale e disturbi del sonno, ma la melatonina ha migliorato significativamente la qualità della vita.

"La melatonina endogena ha un effetto eccitatorio e inibitorio sulla motilità intestinale attraverso il blocco dei canali nicotinici e l'interazione con canali del potassio calcio-dipendenti”, sottolineano gli Autori. “In modelli animali si è visto che una supplementazione a basse dosi accelera il transito intestinale, ad alte lo rallenta. Inoltre, la melatonina potrebbe modulare la motilità gastrointestinale attraverso un’azione sul nervo vago. La nostra metanalisi dà atto di evidenze a sostegno del potenziale beneficio della supplementazione nella gestione dell'Ibs, senza differenze significative rispetto ai controlli sul fronte della  sicurezza. Tuttavia, a causa numero modesto di Rct inclusi, riteniamo necessari trial clinici randomizzati  con campioni di dimensioni maggiori e un follow-up più lungo per supportare o confutare i nostri risultati”.

Nicola Miglino

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