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Fico d’India: un concentrato di composti bioattivi dai molteplici effetti

21 Luglio 2022

Oltre a essere una fonte di vitamine, minerali, fibre, alcuni aminoacidi e acidi grassi interessanti dal punto di vista nutrizionale, l'Opuntia ficus-indica (L.) Mill., detta anche fico d'India, è interessante per i diversi composti bioattivi che contiene. La pianta, originaria del Messico e appartenente alla famiglia delle Cactaceae, ha infatti un frutto e cladodi ricchi di vitamina C, carotenoidi, polifenoli e composti flavonoidi come quercetina, kaempferolo e isorhamnetina.

Uno studio del 2004 ha dimostrato che due settimane di integrazione con 500 g/die di polpa del frutto riducono la perossidazione lipidica, come provato da una diminuzione di quattro volte della malondialdeide e di circa un terzo della 8-epi-Pgf2α, e migliorano lo stato antiossidante in individui sani. 

Stessi risultati ottenuti dieci anni dopo da un gruppo messicano non solo in pazienti sani, ma anche in diabetici di tipo 2. I loro risultati suggeriscono che il fico d’india può anche ridurre l'insulina sierica, la glicemia postprandiale e i picchi indotti dal polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente. 

Queste azioni possono giustificare l'interesse per gli estratti di fico d'India preparati utilizzando non solo la polpa ma anche i cladodi, oltre all'importanza di inserire il frutto nella dieta quotidiana. 

Nel 2017 sono state fornite prove di una riduzione anche dello stress ossidativo correlato all'esercizio e al danno muscolare e di un miglioramento delle prestazioni aerobiche, dopo due settimane di integrazione, suggerendo che questa pianta possa essere utilizzata per migliorare la funzione di recupero dopo l'esercizio.

Da allora, i frutti di Opuntia ficus indica sono considerati un ingrediente prezioso per bevande sportive ed energetiche in virtù dell’alto contenuto in calcio, magnesio, potassio, vitamina C e aminoacidi come prolina, glutammina e taurina.

Lo scorso anno, un lavoro italiano ha dimostrato che l’uso di succo contenente Opuntia (50 ml di succo + 120 ml di acqua), rispetto a una soluzione placebo (170 ml di bevanda senza vitamina C e indicaxantina), ha migliorato l'equilibrio redox plasmatico e i parametri di variabilità della frequenza cardiaca a seguito di un test da sforzo massimo, in giovani donne fisicamente attive.

Rispetto al ruolo giocato da questa pianta sul peso corporeo e sul rischio cardiovascolare nel suo complesso, nel 2015 una revisione sistematica e una metanalisi di studi clinici randomizzati ha osservato riduzioni significative dell'indice di massa corporea, della percentuale di grasso corporeo, della pressione arteriosa sistolica e diastolica e del colesterolo totale, concludendo, però, che i pochi studi clinici randomizzati effettuati non consentono conclusioni definitive sugli effetti ponderali. Gli eventi avversi registrati includono intolleranza gastrica e sintomi influenzali.

Interessante anche il tipo di fibre che questa pianta contiene, un mix di insolubili e solubili con un potenziale terapeutico nella sindrome dell’intestino irritabile.

Un recente studio randomizzato e controllato ha utilizzato, su 60 pazienti, una supplementazione di fibra di Opuntia ficus-indica a dosi di 20 e 30 g/die, evidenziando un miglioramento a breve termine dei sintomi dell'Ibs e gettando le basi per uno studio clinico completo di maggiore durata con endpoint sintomatici, fisiologici e microbiologici.

In contemporanea, uno studio italiano randomizzato controllato in doppio cieco ha valutato l'effetto di un estratto standardizzato di cladodi di Opuntia ficus-indica L. e foglie di Olea europaea L. sui sintomi e sulla qualità della vita di cento partecipanti sani con disagi gastroenterici: il gruppo trattato ha sperimentato un miglioramento statisticamente significativo dei sintomi e della qualità di vita. 

Studi in vitro e su linee di cellule Caco-2 del cancro del colon umano con l'estratto acquoso di O. ficus-indicae hanno, infine, messo in luce potenziali attività antitumorale e antinfiammatoria di betanina e indicaxantina presenti nella polpa del frutto. Mancano ancora evidenze in studi in vivo.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Opuntia ficus-indica (L.) Mill.: a multi-benefit potential to be exploited. Molecules. 2021 Feb 11;26(4):951.
  • Redox and autonomic responses to acute exercise-post recovery following Opuntia ficus-indica juice intake in physically active women. J Int Soc Sports Nutr. 2021 Jun 7;18(1):43.
  • Nopal fiber (Opuntia ficus-indica) improves symptoms in irritable bowel syndrome in the short term: a randomized controlled trial. Neurogastroenterol Motil. 2021 Feb;33(2): e13986.
  • A standardized extract of Opuntia ficus-indica (L.) Mill and Olea europaea L. improves gastrointestinal discomfort: A double-blinded randomized-controlled study. Phytother Res. 2021 Jul;35(7):3756-3768.
  • Opuntia ficus-indica (L.) Miller as a source of bioactivity compounds for health and nutrition. Nat Prod Res. 2018 Sep;32(17):2037-2049.
  • The effect of cactus pear (Opuntia ficus-indica) on body weight and cardiovascular risk factors: a systematic review and meta-analysis of randomized clinical trials. Nutrition. 2015 May;31(5):640-6.
  • Nopal cactus (Opuntia ficus-indica) as a source of bioactive compounds for nutrition, health and disease. Molecules. 2014 Sep 17;19(9):14879-901.
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