Lo stato nutrizionale dei pazienti ricoverati per Covid-19 può rivelarsi un fattore prognostico per il peggioramento del quadro clinico e la necessità eventuale di ventilazione assistita. Un’esperienza interessante sui protocolli da adottare al momento dell’arrivo in corsia giunge dal Policlinico San Matteo di Pavia, una delle strutture maggiormente coinvolte dall’emergenza sin dai primi casi emersi a fine dello scorso febbraio.

La somministrazione di Vitamina D in gravidanza non previene la comparsa di asma nel bambino in età scolare ma si rivela utile nel prevenire le cosiddette forme transitorie di respiro sibilante, tendenzialmente di origine virale. Queste le conclusioni di uno studio da poco pubblicato sul New England journal of Medicine che rappresenta un follow-up di un’analisi precedente: ci si era fermati a una valutazione sino ai tre anni di età dei bambini. Ora il trial ha proseguito il monitoraggio sino ai sei anni.

Nei giorni scorsi due importanti testate giornalistiche nazionali hanno riportato notizie dalle quali sembrava trapelare un ruolo della Vitamina D nella prevenzione del contagio da Sars-coV 2. Alessandro Colletti, segretario Sifnut (Società italiana formulatori in nutraceutica) e responsabile macroregionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) fa il punto sull’argomento.

La carenza di vitamina D può rivelarsi un fattore di rischio per il recupero della mobilità dopo intervento di frattura al femore. I risultati arrivano da uno studio multicentrico condotto tra Stati Uniti e Canada e pubblicato sull’American journal of clinical nutrition.

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