Utilizzando diversi database bibliografici e le parole chiave generate da MesH, gli autori hanno raccolto dati bibliografici relativi a studi originali in lingua inglese, in assenza di limitazioni cronologiche o geografiche.
Nel complesso, sono state analizzate 16.030 pubblicazioni scientifiche. I risultati hanno evidenziato un tasso di crescita esponenziale del 27,27% nella ricerca nutraceutica dal 1993 al 2023, con l'Italia e gli Stati Uniti in prima linea per numero di pubblicazioni e citazioni.
Studiosi eccellenti
Il ricercatore più prolifico nel campo dei nutraceutici è risultato essere David Julian McClements. McClements lavora presso il dipartimento di Scienze alimentari dell'Università del Massachusetts, dedicandosi alla messa a punto di sistemi di delivery di composti bioattivi. Le sue ricerche principali vertono su agenti emulsionanti, nanocristalli, interfacce olio-acqua e tutto ciò che concerne il campo della tecnologia alimentare.
Al secondo posto si colloca Gokhan Zengin, affiliato alla facoltà di Scienze del Campus dell'Università di Selcuk, Turchia. La sua attività scientifica si basa principalmente sullo studio delle attività biologiche delle piante medicinali turche, con particolare interesse per l'attività antiossidante, la biotecnologia, la chimica dei prodotti naturali, la chimica farmaceutica, l'estrazione con solventi e le tecniche di cromatografia liquida ad alte prestazioni.
Al terzo e quarto posto si posizionano Ettore Novellino (Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e Gian Carlo Tenore (Dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II di Napoli), tra i pionieri nello sviluppare specificamente il concetto di nutraceutica clinica applicata al mantenimento dello stato di salute e nel fornire un'ampia serie di studi che hanno contribuito alla comprensione dei meccanismi d'azione delle sostanze chimiche presenti negli alimenti, al loro impatto benefico sullo stato di salute, sulla riduzione del rischio di malattie e sulla promozione del benessere generale. Al quinto posto, Arrigo F. Cicero (Università Alma Mater Studiorum, Bologna), presidente della Società italiana di nutraceutica.
I primi dieci studiosi più produttivi nel campo dei nutraceutici sono elencati nella Tabella riportata di seguito. Non sorprende che l'Italia occupi il primo posto, essendo sede di cinque degli istituti più produttivi.
India e Stati Uniti si classificano al secondo e terzo posto, con oltre duemila documenti ciascuno. Riviste come Food Chemistry, Molecules e Journal of Agricultural and Food Chemistry hanno ospitato oltre 1.150 documenti associati al campo della nutraceutica.
Influenza dei Paesi nel Campo dei Nutraceutici
Uno studio sull’impatto delle diverse nazioni nel campo dei nutraceutici ha rivelato che gli Stati Uniti hanno la maggior influenza tra coloro che conducono ricerca scientifica. Spagna, Canada, Cina, India e Italia rientrano tra gli altri paesi più influenti. I risultati mostrano, infatti, che oltre il 55% dei riferimenti bibliografici proviene da queste nazioni leader.
Gli Stati Uniti vengono spesso citati a causa del loro sofisticato sistema sanitario, del completo quadro normativo e della sostanziale domanda dei consumatori di integratori alimentari. La robusta comunità scientifica della nazione, gli istituti di ricerca adeguatamente finanziati e le partnership sinergiche tra mondo accademico e industriale contribuiscono alla sua eminenza nel campo della nutraceutica. Inoltre, nel contesto della collaborazione e delle partnership nella ricerca sui nutraceutici, il maggior numero di sforzi di ricerca collaborativa (n = 330) è stato intrapreso tra i paesi Cina e Usa. Italia, Spagna e Usa hanno partecipato a 272 progetti di ricerca congiunti, seguendo le orme della Cina.
Prospettive future
Così commenta Ettore Novellino, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma: “L’analisi ha permesso di valutare e descrivere accuratamente lo stato attuale della ricerca sui nutraceutici. I recenti avanzamenti tecnologici hanno giocato un ruolo fondamentale in questo campo, fornendo una varietà di tecniche analitiche più precise, strumenti per l’analisi del profilo molecolare, competenze nella modellazione computazionale, modelli migliorati in vitro e in vivo e capacità avanzate per la raccolta e l'analisi dei dati. Questi miglioramenti hanno notevolmente contribuito a consolidare la nostra conoscenza dei nutraceutici, nell'elucidare i loro meccanismi d'azione e nell'esplorare i loro utilizzi potenziali nel promuovere la salute e il benessere dell’uomo. Tuttavia, numerose aree di ricerca devono ancora essere esplorate. Per esempio, è necessario approfondire le interazioni e gli impatti sinergici delle sostanze bioattive, nonché esaminare attentamente le variazioni individuali di risposta, le conseguenze a lungo termine e i profili di sicurezza di tali formulazioni. Inoltre, si avverte sempre più la necessità di adottare rigidi riferimenti normativi, in analogia ai farmaci, che impongano l'esecuzione di opportuni test in vitro e in vivo, al fine di garantire non solo l'efficacia, ma anche la sicurezza dei prodotti nutraceutici. In un mercato saturo di opzioni, come quello italiano, l’applicazione di normative stringenti risulta infatti fondamentale per individuare e distinguere i prodotti con una consolidata dimostrazione di sicurezza ed efficacia. Solo attraverso questi metodi sarà possibile assicurare ai consumatori un'adeguata tutela della loro salute e una scelta consapevole dei prodotti utilizzati”.
Nicola Miglino