Cicero (Sinut): nutraceutica, impatto significativo su prognosi e qualità di vita

19 Settembre 2023

Quando adeguatamente dosati e perseguendo una aderenza/persistenza adeguata, i nutraceutici possono avere un impatto significativo su prognosi e qualità della vita in un contesto in cui, per motivi vari, perseguire una dieta sana va rivelandosi di difficile applicabilità. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato a Bologna, in apertura del XIII congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), dal presidente Arrigo Cicero, che abbiamo incontrato a margine dei lavori.

Prof. Cicero, qual è lo scenario attuale in cui la medicina si trova a operare?

Siamo nel 2023. L’Italia e l’Europa occidentale vivono un momento di crisi strutturale dei sistemi sanitari nazionali, che devono reggersi in piedi con risorse contingentate, burocratizzazione estrema e personale sanitario stremato e in fuga. Il tutto, di fronte a una popolazione che invecchia e invecchia accumulando fattori di rischio e malattia.

Quali soluzioni intravede?

Non ne esistono di immediate, ma una si può basare sul concetto della prevenzione primordiale, ovvero preveniamo la comparsa dello sviluppo di fattori di rischio via ottimizzazione dello stile di vita dall’età pediatrica o, ancora meglio, nel grembo materno o prima della concezione. La seconda, meno filosofica ma più applicabile nel breve termine, è la prevenzione primaria “vera”, ovvero con l’identificazione precoce dei fattori di rischio, prima che questi possano causare danni organici.

Esiste un modello realmente applicabile di dieta sana?

La ricerca scientifica si sta avvicinando sempre di più a definire un concetto moderno di dieta sana, al di là degli interventi sartoriali. Tuttavia questa è di difficile applicabilità, vuoi per lo scarso aggiornamento di alcuni esperti e/o per la resistenza degli stessi al cambiamento, vuoi perché la popolazione generale è condizionata da livello culturale, abitudini, pressioni commerciali, capacità di comprensione dei suggerimenti forniti, vincoli religiosi e/o etici, setting sociale e/o socioeconomico pro-rischio, dispercezione dell’effetto della dieta o di singoli alimenti sulla salute, atteggiamenti ortorettici e così via.

Quale spazio si apre per la nutraceutica in questo contesto?

Il ruolo della nutraceutica, in questo scenario, diventa fondamentale, perché può in parte compensare i deficit legati a una dieta non ottimale, specie quando si impieghino formulazioni a dosaggio pieno per tempi lunghi e in modo mirato.

Quali, dunque, le opportunità e i limiti della supplementazione?

Se per alcuni nutraceutici la supplementazione potrebbe essere effettuata quasi a pioggia come, per esempio, nel caso di magnesio, vitamina D, acido folico, aminoacidi essenziali, acidi grassi Omega-3, per altri è necessaria cautela ma soprattutto l’onestà intellettuale di non proporre prodotti multicomponenti sottodosati in virtù di una teorica sinergia al posto di prodotti paucicomponenti adeguatamente dosati. Infine anche il mondo della nutraceutica è “traviato” dall’idea dell’innovazione forzata, che spesso aumenta i costi di prodotti che andrebbero assunti per lunghi periodi senza fornire alcun vantaggio reale all’utente. La nutraceutica è un’arma potenzialmente efficace: sfruttiamola per il bene comune.

Nicola Miglino

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