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Farmaci-microbiota: ecco la scienza che ne studia l’interazione

01 Dicembre 2021

Si chiama Farmacomicrobiomica, ed è la disciplina che studia gli effetti del microbiota sull’azione dei farmaci, argomento su cui si sta concentrando l’attenzione dei ricercatori in questi ultimi anni e al quale è dedicato un ampio dossier pubblicato di recente su La Revue des microbiotes.

Il primo livello di interazione farmaco-microbiota si ha nel momento in cui i microrganismi nell’intestino possono modificare le strutture chimiche dei composti ingeriti, influenzandone tossicità, attività biologica e biodisponibilità. Le reazioni biochimiche con cui i diversi ceppi batterici metabolizzano i farmaci hanno, però, ricadute anche sull’eubiosi intestinale stessa, con variazioni della crescita batterica e della respirazione anaerobica.

Un prima casistica dell’effetto d’interazione diretta tra microbiota intestinale e farmaci è relativo alla biodisponibilità. La digossina, molecola utilizzata nel trattamento di alcuni disturbi cardiaci, per esempio, nel 10 per cento dei casi viene convertita dal batterio Eggerthella lenta in diidrodigossina, un metabolita inattivo. Questa interazione farmaco-batterio limita, così, la quantità di molecola attiva in circolo.

Esiste, poi, un’azione indiretta con cui il microbiota influenza l’attività farmacologica. Ne sono prova, per esempio, le conseguenze su alcuni immunoterapici antitumorali modulate da ceppi di Bacteroides e dalla loro interazione con i linfociti T. In aggiunta, poi, ricordiamo come alcuni metaboliti del microbiota intestinale, quali acidi grassi a catena corta piuttosto che butirrato, possano interferire con i meccanismi di eliminazione dei farmaci.

Come quello intestinale, anche il microbiota vaginale può influenzare fortemente la risposta farmacologica locale, soprattutto passando da un ecosistema dominato da lattobacilli a un ecosistema anaerobico, come dimostrato in studi su donne Hiv positive, la cui risposta ai trattamenti antivirali è risultata condizionata dalla presenza o meno di Gardnerella vaginalis, batterio associato a vaginosi.

Ugualmente importante, soprattutto per il ruolo giocato sul sistema immunitario, è il microbiota orale, il primo a incontrare molti farmaci e specchio dell’ambiente intestinale. La cavità orale rappresenta, infatti, un ambiente di elezione per l’interazione tra batteri e farmaci e la popolazione microbica residente può giocare un ruolo chiave in diverse situazioni patologiche, come nel caso di mucositi indotte da chemioterapici.

Così concludono gli autori: “Comprendere meglio il ruolo del microbiota nel metabolismo dei farmaci consentirà lo sviluppo di soluzioni più efficaci e con minore tossicità e la messa a punto di terapie personalizzate”.

Intanto, attraverso un consiglio attento e personalizzato, si possono già sfruttare le conoscenze attuali sul ruolo di specifici probiotici che hanno dimostrato, con studi scientifici, la loro azione di mantenimento dell’equilibrio del microbiota, utile nel supportare le terapie farmacologiche, soprattutto, come visto, in ambito intestinale, vaginale e orale.

 

ll progetto Biocure-PiLeJe sul microbiota

Il presente articolo è frutto di un progetto di collaborazione tra Nutrientiesupplementi.it e Biocure-PiLeJe che racconterà ai lettori, in sette puntate da qui a fine 2022, alcuni dei contenuti più interessanti tratti da La Revue des microbiotes (larevuedesmicrobiotes.com), rivista digitale del Gruppo PiLeJe, scaricabile in inglese e francese, gratuita e monografica, dedicata al mondo del microbiota. Obiettivo dell’iniziativa è fornire informazioni specializzate sul mondo del microbiota al fine di aumentare la competenza dei professionisti che operano nel campo della nutrizione e dell’integrazione. biocure.it - pileje.it

 

 

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