Per comprendere meglio quali differenti effetti eserciti su maschi e femmine un regime alimentare basato sul modello della dieta mediterranea, un gruppo di ricercatori italiani, guidato da Laura Di Renzo, direttore della scuola di specializzazione in Scienza dell'alimentazione dell'Università di Roma Tor Vergata, ha condotto uno studio pilota, pubblicato su Genes, che apre nuovi scenari nell’ambito della medicina personalizzata e di prevenzione. A parlarcene, la stessa Di Renzo.

La dieta mediterranea e quella nordica hanno molti tratti in comune, tra cui l'abbondante uso di frutta e verdura (e bacche nella dieta nordica), l'uso limitato di grassi saturi (grassi del latte) e carni rosse, l'uso di olio vegetale (olio d'oliva nella dieta mediterranea e l'olio di colza nella dieta nordica) e i prodotti a base di cereali integrali come importante fonte di fibre alimentari. 

Una dieta di tipo mediterraneo piuttosto che a basso contenuto di grassi riduce mortalità e probabilità di infarto nei pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari, secondo una review da poco pubblicata sul British medical journal.

La dieta mediterranea è il più fedele alleato per le donne nella protezione cardiovascolare. A confermarlo, una revisione sistematica e metanalisi pubblicata su Heart, rivista del gruppo Bmj, nella quale si sottolineano, alla luce dei risultati, da una parte la necessità di ricerche specifiche in questo campo e, dall’altra, i limiti delle attuali linee guida che non fornisco suggerimenti clinici in base al genere.

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