La ricerca ha preso in esame 40 studi clinici randomizzati, per un totale di oltre 35 mila partecipanti, valutando sette tipi distinti di piani dietetici che andavano da programmi a basso/bassissimo contenuto di grassi, alla dieta mediterranea, confrontati con diete abituali o seguite dopo semplice consulto medico, senza follow-up.
L'analisi mostra che tra tutti i programmi dietetici disponibili, la dieta mediterranea ha fornito risultati migliori su più parametri rispetto ai controlli: il rischio di morte per qualsiasi causa si è ridotto di circa il 30%, con un numero di decessi per 1.000 persone diminuito di 17 casi in cinque anni.
Tra i pazienti a rischio intermedio, la morte per malattie cardiovascolari si è più che dimezzata, con 13 decessi in meno ogni 1.000 persone in cinque anni. Anche il rischio di ictus e infarto miocardico non fatale è diminuito di un terzo nel primo caso e della metà nel secondo, rispettivamente, con 7 e 17 eventi in meno per 1.000 persone in cinque anni.
Ancora più eclatanti i dati tra i pazienti ad alto rischio: il rischio di morte per qualsiasi causa è ulteriormente diminuito, con 36 decessi in meno ogni 1.000. I casi di ictus si sono ridotti di 16 per 1.000 persone e gli infarti non fatali di 42.
Vantaggi anche dai programmi a basso contenuto di grassi: rischio di morte per qualsiasi causa ridotto del 16%, e attacchi cardiaci non fatali di circa il 20% nello stesso periodo, rispetto ai programmi di intervento minimo/consulenziale nei controlli.
Così concludono gli Autori: “Diete di tipo mediterraneo e a basso contenuto di grassi sembrano, dunque, avere effetti comparabili su mortalità per tutte le cause e infarto cardiaco non fatale tra i pazienti a rischio intermedio, mentre i benefici più eclatanti sembrano evidenziarsi tra i pazienti ad alto rischio”. (n.m.)