Emicrania e malattie croniche, il ruolo chiave della disbiosi intestinale

12 Dicembre 2023

Tra i fattori legati all’insorgenza dell’emicrania un ruolo cruciale sembra essere giocato dalla disbiosi intestinale. È stato infatti dimostrato come l’intestino sia in grado di modulare le attività del sistema nervoso centrale, attraverso l’asse intestino-cervello e come la disbiosi intestinale possa influenzare patologie neurologiche, compresi gli attacchi di emicrania. Una recente review, pubblicata su Nutrients, ha voluto esplorare la correlazione tra emicrania, principali malattie cronico-degenerative non trasmissibili e disbiosi intestinale. Ne abbiamo parlato con Annalisa Noce, professore associato di nefrologia e direttrice della Scuola di specializzazione di nefrologia dell’Università di Roma Tor Vergata, coordinatrice della pubblicazione scientifica.

P.ssa Noce, da quali premesse nasce l’idea della review?

L’idea della review nasce da una attenta analisi dei dati epidemiologici relativi alla prevalenza di emicrania nel mondo, che si stima essere pari al 14,7%. Bisogna, inoltre, considerare che l’Oms ha inserito l’emicrania tra le prime dieci cause di disabilità nel mondo e, nei soggetti sotto i 50 anni, ne rappresenta addirittura la prima. In particolare, le donne sembrano essere le più colpite, con un’incidenza superiore di 3-4 volte rispetto agli uomini e sembrano mostrare anche attacchi emicranici più invalidanti e resistenti alla farmacoterapia. Circa il 3% dei pazienti affetti da emicrania episodica sviluppa, ogni anno, il quadro clinico più complesso che caratterizza l‘emicrania cronica. Nel dettaglio, i pazienti affetti da emicrania cronica soffrono di episodi emicranici almeno 15 giorni al mese. In questo scenario, è fondamentale trovare nuove strategie terapeutiche adiuvanti, basate sulle modifiche dello stile di vita, utili a contrastare l’insorgenza e la sintomatologia della cefalea.

Che tipo di studi avete preso in esame?

Abbiamo valutato metanalisi e trial clinici randomizzati condotti su pazienti affetti sia da cefalea cronica che da patologie cronico-degenerative non trasmissibili.

Quali evidenze sono emerse dall’analisi dei dati?

La disbiosi intestinale sembrerebbe giocare un ruolo chiave nelle attività del sistema nervoso centrale. Negli ultimi anni, infatti, diversi studi hanno investigato e definito alcuni dei meccanismi attraverso cui il cervello è in grado di comunicare con l'intestino, definendo il cosiddetto asse intestino-cervello. Nel dettaglio, la disbiosi intestinale sembrerebbe stimolare l’insorgenza dell'emicrania poiché sembrerebbe indurre una riduzione della produzione degli acidi grassi a catena corta, aventi numerose proprietà benefiche per l’organismo, e aumentare la produzione di citochine infiammatorie di derivazione intestinale, in grado di modulare negativamente l'asse intestino-cervello e di innescare la sintomatologia emicranica. I più recenti studi scientifici hanno suggerito che approcci nutrizionali specifici, in associazione o meno all’uso di probiotici e prebiotici, possono rappresentare una nuova strategia terapeutica per contrastare l’emicrania, in quanto sono in grado di modulare positivamente il microbiota intestinale. I pazienti affetti da patologie cronico-degenerative non trasmissibili quali, per esempio, diabete mellito, malattia renale cronica, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica, risultano maggiormente a rischio di sviluppare una disbiosi intestinale, che potrebbe, a sua volta, indurre l’insorgenza di una cefalea cronica.

Quali conclusioni se ne possono trarre?

L’intestino e il cervello sono in continua comunicazione ed esiste un’associazione tra la prevenzione degli attacchi di emicrania e specifici modelli nutrizionali e corretti stili di vita, in grado di ripristinare l’eubiosi intestinale. Dalla nostra revisione della letteratura possiamo concludere che sane abitudini alimentari, come seguire una dieta Mediterranea, una scelta appropriata degli alimenti, sia in termini quantitativi che qualitativi, previlegiando alimenti di origine vegetali ricchi in polifenoli, la somministrazione di integratori alimentari e un costante esercizio fisico, sembrano essere un'efficace strategia adiuvante nella prevenzione dell'emicrania, soprattutto nel paziente affetto da patologie cronico-degenerative non trasmissibili.

Quali sono gli eventuali limiti dello studio?

I limiti principali di questa review sono dovuti al numero esiguo di dati di letteratura, attualmente disponibili. Infatti, la letteratura e gli studi clinici che hanno investigato il legame tra le patologie cronico-degenerative non trasmissibili e l’emicrania e il possibile ruolo svolto dalla disbiosi intestinale sono attualmente limitati e soprattutto non hanno raggiunto una conclusione univoca. Per chiarire meglio questa correlazione, sarebbe utile effettuare un trial clinico randomizzato su un’ampia popolazione di pazienti emicranici, affetti da patologie cronico-degenerative non trasmissibili, valutando la possibile presenza di disbiosi intestinale e monitorando come questa possa eventualmente influenzare l’evoluzione di entrambe le condizioni patologiche.

Quali scenari si aprono su questo fronte e quali sono i filoni di ricerca più promettenti da indagare?

Sarebbe utile esaminare il possibile impatto di diversi regimi nutrizionali sulla composizione del microbiota intestinale in pazienti affetti sia da emicrania cronica che da patologie cronico-degenerative non trasmissibili, valutando anche la loro possibile utilità come terapia adiuvante. Per esempio, confrontando regimi dietetico-nutrizionali più salutari, come la dieta Mediterranea, con regimi nutrizionali meno salutari, come la Western diet.  Sarebbe, inoltre, interessante formulare alimenti funzionali, preferibilmente ottenuti da modelli di economia circolare, utili nel trattamento adiuvante di entrambe le condizioni patologiche. Tali alimenti andrebbero caratterizzati quali-quantitativamente nel contenuto di composti naturali bioattiivi e ne andrebbe valutata l’efficacia mediante uno studio in vivo condotto su un congruo numero di pazienti affetti sia da emicrania cronica che da patologie cronico-degenerative non trasmissibili”.

Nicola Miglino

 

 

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