Alimentazione emotiva: perché il conforto del cibo può far male al cuore

01 Marzo 2023

Per la salute del cuore non basta fare attenzione a ciò che si mangia, ma anche alla condizione di stress che ci porta ad alimentarci in modo disordinato e scorretto. Si chiama, appunto, alimentazione emotiva, oggetto di attenzione da parte di un gruppo di ricercatori francesi che hanno condotto uno studio, pubblicato sull’European journal of preventive cardiology, volto a comprendere gli effetti che le modalità di assunzione del cibo possono avere sulla salute cardiovascolare.

"I mangiatori emotivi consumano cibo per soddisfare il cervello piuttosto che lo stomaco", sottolinea Nicolas Girerd, cardiologo presso l'ospedale universitario di Nancy e coordinatore dello studio. “Un modo di alimentarsi con maggiore consapevolezza può aiutare a rompere questa abitudine, magari prendendosi i tempi giusti per mangiare, senza, per esempio, essere distratti da telefono o Tv”.

Lo studio si è concentrato su 1.109 partecipanti alla coorte Stanislas, che ha arruolato genitori e adolescenti nella regione della Lorena, nel nord-est della Francia, tra il 1993 e il 1995. Il tasso emotivo collegato all’assunzione di cibo è stato valutando mediante il Dutch eating behaviour questionnaire, mentre la presenza di danno cardiovascolare è stata valutata, dopo un follow up medio di 13 anni, misurando l’onda del polso carotideo-femorale, indicatore di rigidità arteriosa e la disfunzione diastolica, spia di insufficienza cardiaca.

Tra i 916 adulti, l’alimentazione emotiva è risultata associata a una maggiore velocità dell'onda del polso (arterie, dunque, più rigide) e ad aumento del 38% del rischio di disfunzione diastolica, legato per il 32% allo stress. Nessuna correlazione tra i giovani.

"Il sistema di ricompensa può essere particolarmente importante tra le componenti dell’alimentazione emotiva, laddove mangiare può ridurre l'ansia e i cosiddetti cibi di conforto possono attenuare la risposta allo stress ", sottolineano gli Autori.

Altra curiosità, è che il danno vascolare non sembra correlato a un’alimentazione ipercalorica causata dallo stress ma, piuttosto, a riflessi sul cuore di una sorte di sindrome yo-yo, ovvero l’alternanza di periodi di abbuffate quando sotto stress ad altri di nutrizione controllata quando in situazioni emotive di maggiore tranquillità.

Così concludono gli Autori: “Gli sforzi per prevenire le malattie cardiovascolari dovrebbero contemplare anche interventi sui comportamenti alimentari e non solo sugli aspetti nutrizionali. Le tecniche per fronteggiare l’alimentazione emotiva sono già utilizzate per aiutare le persone obese. Il nostro studio suggerisce che queste strategie dovrebbero essere estese a chiunque abbia tali tipi di comportamenti, indipendentemente dal peso, per prevenire potenziali danni cardiovascolari nel corso della vita”.

Nicola Miglino

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