Alimenti, Osservatorio immagino: calano i consumi in virtù della crisi

10 Luglio 2023

Cresce l’inflazione, aumentano i prezzi e comincia a vedersi in modo netto come stiano diminuendo anche i volumi di acquisto degli italiani, tra l’altro, anche nel comparto alimentare. A segnalarlo, i risultati della tredicesima edizione dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, che incrocia le informazioni riportate sulle etichette di quasi 133 mila prodotti digitalizzati nell'anno terminante a dicembre 2022 e rilevate dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con quelle di NielsenIQ su venduto (retail measurement service) e consumo (consumer panel).

Lo studio analizza l’evoluzione della composizione e delle vendite a valore e a volume di 12 panieri che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo (italianità, free from, rich-in, intolleranze, lifestyle, loghi e certificazioni, ingredienti benefici, metodo di lavorazione, texture dei prodotti, petcare, cura casa green e cura persona).

Nutrientiesupplementi, da oggi e per i prossimi numeri, analizzerà i dati delle voci relative al segmento food.

“In un’era di policrisi come l’attuale, il consumatore adatta il proprio comportamento d’acquisto per difendere il tenore di vita abituale”, sottolinea Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. “È noto come l’inflazione di questi mesi stia colpendo maggiormente le fasce della popolazione più fragili economicamente, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo. Il minore impatto sulla riduzione dei consumi lo troviamo nei prodotti a fascia alta di prezzo, dove gli acquirenti hanno meglio assorbito gli aumenti, pur iniziando anche loro una compressione degli acquisti. Viceversa i prodotti di fascia bassa hanno subito una compressione più rilevante dei volumi. Le fasce di popolazione più deboli necessariamente scontano l’inflazione comprimendo i consumi, non potendo convertirli verso fasce di prezzo ancora più basse”.

Entrando nel merito, i claim riferiti al “free from” hanno registrato un trend annuo di + 6,1% a valore e -5,0% a volume; il “Rich-in” + 7,8% a valore, -3,6% a volume; i claim riferiti alle “Intolleranze” hanno registrato un trend annuo di + 3,3% a valore e - 7,9% a volume. Ancora, gli “Ingredienti benefici”+ 7,8% a valore, ma - 4,7% a volume.

Soltanto i claim che riportano in etichetta le diciture pochi zuccheri, proteine e senza lattosio, hanno vendite a valore e volume positivi. “Le caratteristiche di questi prodotti – sottolinea Cuppini - sono talmente importanti per i consumatori da non modificarne i comportamenti di acquisto. Un claim che arretra sia a valore che a volume è il biologico; ma forse le motivazioni vengono da più lontano, per esempio per la forte concorrenza che il bio risente da parte dei prodotti certificati o di filiera, la cui clientela è spesso posizionata su fasce di reddito più alte”.

 

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