Cresce l’interesse ella ricerca verso nuove fonti alimentari che combinino l’alto contenuto in ferro e proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. L’obiettivo è ovviare, soprattutto nei pazienti con malattie infiammatorie intestinali (Ibd), agli effetti collaterali di quanto oggi presente sul mercato, in particolare proprio il riacutizzarsi dello stato di flogosi. Alghe, funghi e probiotici sono gli scenari più promettenti, come descritto in una recente review pubblicata su Nutrients. Ne abbiamo parlato con uno degli Autori, Marcello Chieppa, ricercatore presso l’Istituto nazionale di Gastroenterologia “S. de Bellis”, di Castellana Grotte (Ba).

I funghi sono un ottimo integratore naturale di nutrienti, in grado di compensare eventuali carenze se aggiunti alla dieta abituale. A suggerirlo, una ricerca guidata dal Nutrition impact di Battle Creek, pubblicata su Food science and nutrition e finanziata dal Mushroom council, che riunisce i produttori di funghi americani.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease il regolare consumo di funghi sarebbe un ottimo sistema per prevenire o rallentare il declino cognitivo

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