Alla luce dell’allungamento delle aspettative di vita, del rischio di patologie neurodegenerative correlate e della mancanza di soluzioni farmacologiche in grado di contrastare questo processo, la ricerca negli ultimi anni ha cominciato a guardare con grande interesse anche al mondo dei cosiddetti prodotti naturali. Tra i più studiati, sicuramente la curcumina, in virtù delle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Una review pubblicata di recente su Nutrients ha fatto il punto sui dati pre-clinici e clinici oggi disponibili rispetto a un suo possibile impiego a scopo neuroprotettivo.

L'integrazione con curcumina potrebbe essere un trattamento efficace di supporto nel controllare lo stato infiammatorio in corso di obesità. Secondo una review pubblicata di recente su Nutrients, infatti, tale approccio contribuisce a ridurre significativamente la produzione di citochine infiammatorie e aumenta il livello di adiponectina nel plasma di soggetti obesi e in sovrappeso.

Ha preso il via la fase clinica di uno studio randomizzato, multicentrico e in doppio cieco, che valuterà gli effetti della curcumina nel controllo dell’artrosi. Il coordinamento è affidato all’Istituto Mario Negri di Milano e i centri coinvolti sono l’Istituto europeo di oncologia, l’Humanitas e l’Ospedale Macchi di Varese.

Erano i primi mesi del 2019 quando le cronache hanno cominciato a riportare una serie di casi di epatotossicità legati al consumo di prodotti a base di curcumina. A fare il bilancio di quanto accaduto, dell’attività di fitovigilanza e dei risultati delle analisi chimiche dei prodotti sospetti, un articolo pubblicato recentemente sugli Annali dell’Istituto superiore di sanità (Iss). A riferircene, Francesca Menniti e Ilaria Ippoliti, dell’Unità di Farmacoepidemiologia e Farmacovigilanza presso il Centro nazionale per la ricerca e la valutazione dei farmaci dell’Iss.

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