Al Mario Negri di Milano si studia la curcumina nella cura dell’artrosi

03 Febbraio 2021

Ha preso il via la fase clinica di uno studio randomizzato, multicentrico e in doppio cieco, che valuterà gli effetti della curcumina nel controllo dell’artrosi. Il coordinamento è affidato all’Istituto Mario Negri di Milano e i centri coinvolti sono l’Istituto europeo di oncologia, l’Humanitas e l’Ospedale Macchi di Varese.

Tutti i preliminari dello studio (protocollo, scheda raccolta dati, documenti per i Comitati etici, preparazione del prodotto attivo verso placebo non distinguibili) sono iniziati circa sei mesi fa e ora sta iniziando il reclutamento di casi. I soggetti coinvolti saranno 160, seguiti per un periodo di tre mesi. L’obiettivo principale è capire se l’assunzione di curcumina in una forma proprietaria biodisponibile riduce l’intensità del dolore provato da individui affetti da artrosi al ginocchio e/o all’anca.  Gli obiettivi secondari riguardano l’entità del cambiamento delle attività motorie e della funzionalità dei soggetti. Inoltre, verranno misurate le variazioni nel sangue dei livelli dei principali biomarcatori del processo infiammatorio così come dei livelli di curcumina, di curcuminoidi e dei loro relativi metaboliti nelle persone partecipanti allo studio, attraverso analisi di spettrometria di massa.

“Il trattamento farmacologico tradizionale dell’artrosi è basato sui farmaci antinfiammatori e analgesici” sottolinea Oscar Corli, responsabile dell’Unità di ricerca nel dolore e cure palliative del Negri e ricercatore dell’Italian institute for planetary health (Iiph). “A causa del loro uso prolungato però, queste sostanze possono avere gravi effetti collaterali, limitandone o controindicandone l’uso. Il paracetamolo, con un profilo meno tossico ma la cui efficacia analgesica è più limitata, può essere usato in alternativa. Un indirizzo terapeutico alternativo può essere l’uso di sostanze che prevengono e limitano il processo infiammatorio che causa la malattia e i suoi sintomi. Tali proprietà sono spesso presenti in prodotti di origine naturale, disponibili come integratori nutrizionali. Tra le varie sostanze la curcuma e i suoi derivati, in particolare la curcumina, appaiono efficaci nel controllare sia il dolore sia la ridotta funzionalità. La curcumina, infatti, possiede elevate proprietà antinfiammatorie e una spiccata azione antiossidante. L’indirizzo terapeutico, quindi, si sposta dal trattamento continuo dell’infiammazione in atto, che causa la malattia e i suoi sintomi, alla prevenzione del processo infiammatorio. Cioè, dal trattamento dell’effetto a quello della causa”.

Nicola Miglino

 

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