Dieta ipoproteica, il nefrologo: vero scudo anti-dialisi

19 Giugno 2023

La malattia renale cronica (Mrc) colpisce, solo in Italia, quasi 4,5 milioni di individui. Di questi, oltre un milione si trova negli stadi avanzati che precedono l’inizio della dialisi e ogni anno oltre 7.300 nuovi pazienti incominciano la dialisi in Italia.  A partire dai dati relativi a questo quadro epidemiologico, Vincenzo Bellizzi, Direttore Uoc Nefrologia e Dialisi Ao Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, ha condotto uno studio costo–efficacia relativo al trattamento nutrizionale nella Mrc, promosso con il contributo incondizionato di Dr. Schär.

I primi risultati, resi noti in occasione del 60° Congresso Era (European renal association), svoltosi di recente a Milano, evidenziano come la dieta ipoproteica, nei pazienti aderenti, consenta di rinviare l’inizio della dialisi e di aumentare la sopravvivenza del paziente.  Inoltre, lo studio ha permesso di individuare e raffrontare la differenza di costo fra un paziente aderente alla dieta ipoproteica e un paziente in dialisi.

 “La ricerca ha coinvolto 60 pazienti in dieta ipoproteica e un gruppo di controllo di più di 120 individui che presentavano le medesime caratteristiche, ma che non seguivano alcuna dieta”, dice Bellizzi. “L’obiettivo era verificare le tempistiche di ingresso in dialisi, la sopravvivenza e i costi associati alle terapie nell’arco di cinque anni. La dieta ipoproteica consente di rinviare l’inizio della dialisi di venti mesi e di aumentare di altrettanto la sopravvivenza del paziente, con un importante miglioramento della sua vita”.

I benefici sono evidenti anche per sistema sanitario: il costo mensile per un paziente aderente alla dieta ipoproteica è, infatti, di circa 700 € contro i 4.100 di un paziente in dialisi.

“Analizzando tutte le terapie cui ogni paziente è stato sottoposto per l’intero periodo, è risultato che la dieta ipoproteica consente un risparmio di 8.400 euro/paziente all’anno”, conclude Bellizzi. “Ciò significa che se solo il 20% dei pazienti che ogni anno in Italia iniziano la dialisi seguissero una dieta ipoproteica, il Sistema sanitario nazionale risparmierebbe oltre 60 milioni all’anno”.

I dati preliminari dello studio confermano, dunque, come la Terapia dietetico-nutrizionale (Tdn) sia una componente importante della gestione conservativa del paziente affetto da malattia renale cronica, perché oltre a mantenere uno stato nutrizionale ottimale, a prevenire e/o correggere sintomi e complicanze dell’insufficienza renale cronica, a facilitare l’utilizzo di programmi di dialisi incrementale, a migliorare l’efficacia della terapia farmacologica e a ridurre l’incidenza di ospedalizzazione, come ampiamente documentato dalla letteratura, consente nei pazienti aderenti alla dieta di allontanare nel tempo dell’inizio della dialisi permettendo un risparmio per il paziente e per la comunità. (n.m.)

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