Riso rosso fermentato, panel di esperti: sicuro per il fegato, ma occhio alla qualità

14 Luglio 2020

Gli integratori a base di riso rosso fermentato sono sicuri per il fegato purché di elevati standard qualitativi. È necessaria, dunque, una serrata attività di vigilanza al fine di proteggere i consumatori dal rischio di prodotti di bassa qualità e potenzialmente pericolosi. Queste le conclusioni di una review sull’epatotossicità del riso rosso fermentato condotta da un gruppo di ricercatori guidati da Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica, e pubblicata sull’European journal of integrative medicine.

Abbiamo chiesto ad Arrigo Cicero di raccontarci le evidenze più significative dell’indagine.

Prof. Cicero, perché innanzitutto ha pensato a una review?

Raramente sono comparsi in letteratura casi di presunta epatotossicità associata ad assunzione di supplementi dietetici contenenti riso rosso fermentato. Questi casi sono davvero sporadici e la correlazione causale non è sempre chiara, però spesso hanno forte risonanza mediatica e quindi abbiamo cercato di capire quanto la condizione fosse comune o meno, dato il frequentissimo impiego di questo integratore nella popolazione generale.

Che studi avete preso in considerazione?

Abbiamo cercato singoli casi clinici di epatotossicità messi in correlazione con utilizzo di integratori a base di riso rosso fermentato, revisioni della letteratura pre-esistenti su argomenti affini nonché i dati di sicurezza riportati in metanalisi di studi clinici controllati.

Quali sono i rischi di cui oggi si parla per il riso rosso fermentato e che vi hanno spinto ad approfondire il tema?

Il riso rosso fermentato contiene, come noto, sostanze statino-simili, in particolare la monacolina K, che, in quanto tali, potrebbero avere una qualche possibilità di indurre epatopatia. Peraltro, è da notare che il rischio di epatopatia associata all'impiego di statine è comunque molto basso e correlato in genere all'impiego di dosaggi nettamente superiori a quanto presente negli integratori a base di riso rosso fermentato. Tuttavia, un integratore per definizione deve avere un profilo di sicurezza molto elevato e, quindi, era giusto indagare la questione con maggiore attenzione.

A quali conclusioni siete giunti?

L'impiego di integratori contenenti riso rosso fermentato è usualmente molto sicuro e non deve destare particolari preoccupazioni per la salute del fegato. Peraltro, i rischi di tossicità sembrano essere reali solo per l’utilizzo di prodotti non standardizzati e non soggetti a standard produttivi di tipo farmaceutico. Il prodotto di qualità è quindi da considerarsi sicuro per il fegato, salvo rara ipersensibilità individuale o interazioni farmacologiche con farmaci metabolizzati dal citocromo P-450 3A4 con stretto margine terapeutico, usualmente di competenza specialistica.

Quali suggerimenti all’uso, dunque, sulla base conoscenze attuali?

La regolamentazione attuale sugli integratori a base di riso rosso fermentato limita l'utilizzo a dosi di monacolina K inferiori o uguali a 10 mg al giorno, che risultano comunque essere sicuri. In caso di pazienti con patologia epatica nota in atto, suggeriremo comunque di iniziare il trattamento con integratori a basso contenuto di monacolina K, per esempio 3 mg, eventualmente aumentabile se ben tollerata.

Nicola Miglino

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