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Infertilità, crescono le evidenze di uno stretto legame tra nutrienti e qualità spermatica

11 Settembre 2019

La diminuzione della qualità del seme umano è oggi una realtà in tutto il mondo, con maggiore prevalenza nei paesi sviluppati e industrializzati, indicando i cambiamenti nei fattori di stile di vita modificabili come cause principali.

In letteratura si trovano numerosi studi che mettono in relazione la qualità spermatica con interi schemi dietetici, gruppi di alimenti e singoli nutrienti, integratori alimentari e antiossidanti.

Sebbene il quadro della relazione tra dieta, qualità e fertilità degli spermatozoi sia lungi dall'essere completo, stanno emergendo alcune conclusioni generali e taluni nutrienti sembrano giocare ruoli chiave.

Innanzitutto, l'adesione a modelli dietetici sani è positivamente associata a concentrazione e motilità degli spermatozoi. In termini di gruppi alimentari, verdure, frutta, noci e cereali integrali, tutti ricchi di fibre e antiossidanti, e pesce, frutti di mare, molluschi, pollame e latticini a basso contenuto di grassi sono stati associati positivamente alla qualità dello sperma.

Infine, l'aumento dell'assunzione di selenio e zinco, acidi grassi omega-3, Coenzima Q10 e integratori di carnitina sono stati positivamente correlati alla qualità dello sperma. 

Una recente meta-analisi ha studiato l'effetto della supplementazione orale di micronutrienti sulla fertilità maschile, mostrando un significativo miglioramento dei parametri del seme per il selenio (200 e 100 µg/die), L-carnitina (2g/die) e acetil-L-carnitina (1 g/die) e coenzima Q10 (200 e 300 mg/die).

La stessa revisione sistematica ha identificato dati promettenti per l'integrazione con 66 mg/die di zinco combinato con acido folico (5mg/die) e acidi grassi polinsaturi e acidi eicosapentaenoico (Epa - 1,12 g/die) e docosaesaenoico (Dha - 0,72 g/die).

È evidente dalle osservazioni di studi passati, nell’animale come nell’uomo, che il selenio è necessario per la spermatogenesi e la fertilità maschile, presumibilmente a causa del suo ruolo vitale nella modulazione dei meccanismi di difesa antiossidanti e di altre vie biologiche essenziali e fattori di trascrizione sensibili all'ossidazione.  Se è chiaro che un ruolo il selenio lo svolga è più complesso capire quale forma molecolare abbia il maggior potenziale integrativo, se come glutatione perossidasi 4 (Gpx4) o selenoproteina P (Selenop) o addirittura se altre forme di selenoproteine.

Tra i micronutrienti valutati sulla qualità spermatica vi è anche il boro e uno studio molto recente ha valutato nelle capre proprio l’integrazione di questo minerale sulla produzione di sperma, la sua qualità, sull'immunità e sui cambiamenti molecolari nel testicolo, nel sangue e nel plasma seminale.

Lo studio ha rivelato che l'integrazione aumenta la produzione e la motilità degli spermatozoi, migliorando capacità di difesa immunitaria e antiossidante. C'è stato un aumento significativo nell'espressione dell'mRna dell'inibitore della serina proteinasi (Serpin) e dell'interferone γ (Ifnγ) nel testicolo dell’animale che ha integrato con il boro, rispetto al gruppo di controllo e ciò porta a pensare che la migliore qualità del seme possa essere attribuita alla migliore espressione del Serpin testicolare, proteina cruciale per la regolazione del processo di spermatogenesi.

Se l’integrazione con micronutrienti ha all’attivo parecchi studi anche clinici, la letteratura si fa ancora più ampia se si analizza il ruolo dei botanicals.  L’uso di 5g/die di semi di mucuna in polvere e radice di ashwagandha, 151 e 143 ng/dL rispettivamente per un periodo di 12 settimane nei pazienti con oligozoospermia ha evidenziato un aumento della concentrazione di testosterone totale.  

Anche l’uso di sola mucuna, nella stessa concentrazione, per 12 settimane ha dimostrato di migliorare i parametri dello sperma, con un aumento di 83,3 milioni/mL, nei pazienti con oligozoospermia.

Tra le tante specie botaniche analizzate a oggi vi sono prove concrete solo a sostegno dell'uso di pigeo africano (Pygeum africanum Hook f.), Urtica dioica L. e piante della famiglia delle Urticacee. Nota a parte merita poi l’uso del Tribulus terrestris, già noto come booster sulla concentrazione di testosterone totale, ma che ha dimostrato effetti vantaggiosi sui parametri dello sperma solo negli uomini con infertilità idiopatica. Proseguendo nella disamina della letteratura ci si imbatte in molti alimenti valutati come promettenti possibili supporti alla fertilità ed in effetto si razionali di utilizzo per cipolla, aglio e pomodoro, e agenti nutraceutici come estratto di polline e beta-sitosteroli, ma mancano ancora studi scientificamente solidi prima di poter attribuire a questi alimenti delle proprietà funzionali.

Silvia Ambrogio

Fonti bibliografiche

  • Role of Selenium and Selenoproteins in Male Reproductive Function: A Review of Past and Present Evidences. Antioxidants (Basel). 2019 Aug 2;8(8).
  • Beyond tribulus (Tribulus terrestris L.): The effects of phytotherapics on testosterone, sperm and prostate parameters. Journal of Ethnopharmacology, Vol 235, 10 May 2019.
  • Influence of oral vitamin and mineral supplementation on male infertility: a meta-analysis and systematic review. Reproductive BioMedicine Online, Vol 39, Issue 2, August 2019.
  • Diet and sperm quality: Nutrients, foods and dietary patterns. Reproductive Biology. 30 July 2019
  • Dietary boron supplementation enhances sperm quality and immunity through influencing the associated biochemical parameters and modulating the genes expression at testicular tissue. J Trace Elem Med Biol. 2019 Sep.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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