La supplementazione di Vitamina D in gravidanza a dosi superiori a quelle raccomandate di 600 Ui/die riduce il rischio di diabete gestazionale, ma non influisce in altri ambiti della salute sia della mamma sia del bambino, quali pre-eclampsia, diabete gestazionale, parto pretermine e basso peso alla nascita. Al contempo, superare la dose massima raccomandata pari a 4.000 Ui/die non si rivela pericoloso per la donna stessa e il nascituro.

Pubblicata di recente su Jama cardiology una metanalisi che aveva come obiettivo verificare se una supplementazione con Vitamina D possa associarsi a riduzione del rischio cardiovascolare.

Un integratore alimentare a base di estratto vegetale di Perilla, quercetina e vitamina D3, è in grado di ridurre significativamente il rischio di riacutizzazione di rinocongiuntivite allergica (Ar) e, in acuto, attenuare la sintomatologia in aggiunta alla terapia standard.

Circa il 40% delle donne in gravidanza assume meno vitamina D del dovuto e si dà il caso che, nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, questo problema abbia dimensioni ancora maggiori. In Italia, per esempio, la percentuale stimata di gestanti in deficit di vitamina D oscilla tra il 60 e l’80%.

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