Fibrillazione atriale: utile vitamina D ad alte dosi, ma servono conferme

10 Luglio 2023

Un’assunzione regolare ad alte dosi di vitamina D per cinque anni riduce il rischio di fibrillazione atriale (Fa) negli over 60. Questi i risultati dello studio Find (Finnish vitamin D trial), condotto da ricercatori dell'Università della Finlandia orientale e pubblicato di recente sull’American Heart journal.

Sono stati coinvolti 2.495 partecipanti (uomini over 60 e donne over 65), tutti senza cardiopatie in corso, randomizzati in tre gruppi a ricevere, per cinque anni: placebo, Vit. D 40 µg/die (1.600 UI), Vit. D 80 µg/die (3.200 UI). Tutti, sia all'inizio che durante lo studio, hanno completato questionari su stile di vita e alimentazione e in circa il 20% del campione sono stati effettuati prelievi di sangue per monitorare alcuni marker ematochimici.

A fine studio, si sono registrati, complessivamente 190 casi di fibrillazione atriale: 76 nel gruppo placebo, 59 nel gruppo 40 µg/die e 55 nel gruppo 80 µg/die. Il rischio di fibrillazione atriale è risultato inferiore del 27% nel gruppo 40 µg/die e del 32% nel gruppo 80 µg/die rispetto al placebo.

Nella sottocoorte selezionata per indicazioni ematochimiche, la concentrazione sierica media di calcidiolo al basale (marker della concentrazione di vitamina D nell’organismo), era relativamente alta, pari a 75 nmol/l. Dopo un anno, era di 100 nmol/l nel gruppo 40 µg/die e di 120 nmol/l nel gruppo 80 µg/die. Nessun cambiamento significativo, invece, nel gruppo placebo.

“La fibrillazione atriale è l'aritmia più comune, il cui rischio aumenta con l'età e che è associata ad maggiore incidenza di ictus, insufficienza cardiaca e mortalità”, sottolineano gli Autori. “D’altra parte, è stato dimostrato un effetto della vitamina D sulla struttura atriale e sulla funzione elettrica del cuore, suggerendone un ruolo nella prevenzione della Fa. Da qui, il razionale del nostro studio Find, il primo controllato e randomizzato a osservare una riduzione del rischio di fibrillazione atriale in uomini e donne generalmente sani con un'integrazione di vitamina D. Dati precedenti sono riferibili a soli due studi randomizzati, che non hanno osservato alcun effetto, sia con dosi di 10 µg/die, sia con 50. Riteniamo pertanto necessaria un'ulteriore conferma dei nostri risultati prima di suggerire il riscorso a dosaggi che vanno ben oltre le attuali raccomandazioni per la prevenzione della fibrillazione atriale, anche tenendo conto del fatto che risultati precedenti dello studio Find non hanno mostrato benefici su altri eventi cardiovascolari”.

Nicola Miglino

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