“Sono stati tre giorni di lavoro intenso – ha dichiarato Schillaci – da cui sono emerse proposte che hanno portato a una sintesi da mettere in campo per rendere la nostra Nazione resiliente, i cittadini più consapevoli e informati, i sevizi di nutrizione clinica e preventiva maggiormente pronti a dare risposte adeguate superando disomogeneità e diseguaglianze”.
La sintesi, può racchiudersi nel decalogo proposto a fine lavori. Tra i punti, la promozione della dieta mediterranea italiana, interventi diretti a contrastare la malnutrizione, sia per difetto che per eccesso, promuovere una corretta comunicazione e, infine, portare questi temi nei programmi didattici della scuola primaria e secondaria.
Questi i dieci punti nel dettaglio:
- La nutrizione è uno dei fattori determinanti del benessere psico-fisico dell'individuo, in favore del quale devono essere orientati in modo prioritario gli investimenti pubblici.
- Valorizzazione della Dieta mediterranea, in grado di conciliare un’alimentazione sana e consapevole con la sicurezza dei prodotti e la tutela dell'ambiente.
- Omogeneità delle prestazioni da parte del Servizio sanitario nazionale.
- Contrasto alla malnutrizione, sia per difetto (specie in ambito ospedaliero) che per eccesso (sovrappeso-obesità) e prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili.
- Sviluppo e il consolidamento di una sensibilità diffusa verso temi come la sana alimentazione e la sostenibilità ambientale
- Lotta alle informazioni false, imprecise e fuorvianti.
7.L'insegnamento della nutrizione preventiva in tutte le discipline sanitarie.
8.Educazione alimentare e promozione della dieta mediterranea nei programmi didattici della scuola primaria e secondaria.
- Valorizzazione della ristorazione scolastica come strumento di promozione di una alimentazione varia ed equilibrata.
- Riduzione degli sprechi alimentari.
L'importanza della dieta mediterranea è stata ribadita anche da Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare: “C'è chi vorrebbe insegnarci come dobbiamo mangiare”, sottolinea riferendosi al Nutriscore, contro cui l’Italia si sta battendo. “La nostra battaglia è giusta, perché è uno strumento che è simile al bollino che si appone sulle lavatrici. E che attribuisce il semaforo rosso ad alcuni alimenti cardine della dieta mediterranea, come la pasta, parmigiano e l'olio d'oliva. È basato su un algoritmo che non aiuta a informare, non fa capire che è sbagliato l'eccesso di qualsiasi prodotto e finisce per penalizzare l' indicatore essenziale della qualità a vantaggio del profitto».