Con la vitamina D possibile protezione dal melanoma

25 Gennaio 2023

La supplementazione con vitamina D in soggetti a rischio potrebbe rappresentare uno scudo protettivo nei confronti del melanoma. A suggerirlo, uno studio finlandese pubblicato di recente su Carcinoma research.

Parliamo di una delle neoplasie più aggressive in assoluto, con una media di circa 15 mila nuovi casi all’anno nel nostro paese e un’incidenza in continua crescita, addirittura raddoppiata negli ultimi 10 anni, secondo i dati Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro).

La ricerca, frutto della collaborazione tra l’University of Eastern Finland e il Kuopio University Hospital è stata condotta su circa 500 soggetti, reclutati nella regione del Savo settentrionale, nella Finlandia orientale, ad alto tasso di incidenza di melanoma e mortalità correlata.

Tutti erano considerati a rischio per la comparsa di un tumore della pelle, vuoi carcinoma basocellulare, spinocellulare o melanoma. Proprio in base al rischio, sono stati suddivisi i tre gruppi: basso, moderato e alto. Allo stesso modo, sono stati raggruppati in base all’impiego di integratori di vitamina D: non utilizzatori, utilizzatori occasionali e utilizzatori regolari.

L’incrocio dei dati rivela un’incidenza di melanoma addirittura dimezzata tra i consumatori abituali di vitamina D rispetto ai non consumatori, sia tra i soggetti cosiddetti immunocompetenti che negli immunodepressi. Nessuna correlazione, invece, per quanto riguarda altri indicatori quali fotoinvecchiamento, cheratosi attinica, comparsa di nevi, carcinoma basocellulare e a cellule squamose. Considerata la natura osservazionale dello studio, i ricercatori riconoscono l’impossibilità di dimostrare una relazione causale.

“Il legame tra vitamina D e tumori della pelle è stato ampiamente studiato in passato, ma le ricerche si sono concentrate principalmente sui livelli sierici di calcidiolo, che è un metabolita della vitamina D”, sottilineano gli Autori. “I risultati di questi studi sono stati a volte inconcludenti e persino contraddittori. Ciò può, in parte, essere spiegato dal fatto che le analisi del calcidiolo sierico non forniscono informazioni sul metabolismo della vitamina D nella pelle umana, che può esprimere enzimi che generano metaboliti della vitamina D biologicamente attivi o che li inattivano. Comunque, studi relativamente recenti hanno fornito prove dei benefici della vitamina D nel melanoma, a conferma di quanto da noi riscontrato qui in Finlandia. Tuttavia, resta da rispondere alla domanda sulla dose ottimale di vitamina D per via orale utile a ottenere effetti benefici. Fino a quando non ne sapremo di più, dovremo continuare a seguire le raccomandazioni a oggi disponibili”.

Nicola Miglino

 

 

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