Presupposto metabolico: il sovraccarico del sistema
Il glucosio, assunto come zucchero semplice o complesso e spesso in eccesso, viene convertito in stock lipidico via de novo lipogenesi, che avviene nei muscoli e nel fegato [2]. Con il passare del tempo, si sviluppa un'infiammazione asintomatica, la cosiddetta infiammazione silente, sia nel tessuto adiposo sia nei tessuti degli organi, e la capacità metabolica peggiora ulteriormente[3].
Implicazioni metaboliche: rischio NAFLD e diabete mellito
L'accumulo eccessivo di grasso nel fegato, legato allo stile di vita (non relativo all’eccessivo utilizzo di alcol), è noto come NAFLD. Tale condizione comporta una maggior tendenza dell’organo a rilasciare grasso nel sangue, favorendo ipertrigliceridemia, basso colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità) e colesterolo LDL elevato (lipoproteine a bassa densità). Inoltre, il rilascio della quantità corretta di glucosio da parte del fegato è regolato dall'insulina. Un fegato grasso tende però a resistere all’azione dell’insulina. Pertanto, la NAFLD rappresenta un considerevole fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 [4].
Iniziare dalla radice: modulare l'infiammazione
È importante, oltre all’incremento dell’esercizio fisico [5], prediligere alimenti ad alto contenuto di nutrienti in grado di agevolare la regolazione dell'infiammazione, spesso silente, alimentata peraltro dall’eccesso di grassi Omega-6 assunti quotidianamente rispetto agli Omega-3.
Fig. Livelli ematici globali della somma di EPA e DHA. Stark et Al., 2016
Una scelta ottimale e sicura è quella di assumere un integratore alimentare ad alto dosaggio naturale di Omega-3, EPA e DHA, con un valore TOTOX (Total Oxidation Value) inferiore a 4. Gli Omega-3 sono in grado di impattare sulla generazione di metaboliti attivi quali le resolvine, le maresine e la neuroprotectina-D1, legate al controllo e alla risoluzione dell’infiammazione [6,7]. A partire dalla cattura di pesci selvatici pescati in modo sostenibile (standard internazionale in merito è la certificazione Friend of the Sea), le fasi di neutralizzazione, pulizia delicata e microdistillazione in assenza di ossigeno, portano all’ottenimento di un olio di pesce che verrà successivamente filtrato a freddo per non alterarne le caratteristiche di eccellenza, nonché purificato dalla presenza di eventuali metalli pesanti, sostanze inquinanti e policlorobifenili. Gli oli omega-3 così ottenuti (commercializzati a marchio NORSAN in Italia) racchiudono tutte queste caratteristiche, con l’obbiettivo di coprire una parte di acidi grassi Omega-3.
Diversi sono gli studi che negli ultimi anni, dimostrano che l’assunzione di 2-3 grammi al giorno di ω-3 PUFA ha un effetto positivo su parametri quali glicemia e HOMA-IR, dimostrandosi d’aiuto nel rallentare l’insorgenza di patologie come il diabete mellito di tipo 2 [8].
Prof. Giuseppe Derosa, MD, PhD, FESC
Responsabile del Centro Universitario di Diabetologia e Malattie Metaboliche
Università di Pavia
Bibliografia
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