I ricercatori affermano che i loro risultati giustificano ulteriori sperimentazioni cliniche per determinare se gli interventi che aumentano i livelli di Omega-3 possano essere uno strumento utile per migliorare gli esiti clinici nei pazienti con fibrosi polmonare e altre malattie polmonari croniche.
È ben noto che gli Omega-3 sono collegati a vari benefici per la salute: diversi studi hanno suggerito, per esempio, che potrebbero ridurre il rischio di malattie cardiache, ictus, cancro alla mammella e altri tumori, malattia di Alzheimer e demenza.
In questo nuovo studio i ricercatori volevano determinare se gli Omega-3 potessero svolgere un ruolo protettivo nelle malattie polmonari interstiziali, un gruppo di malattie polmonari croniche in grado di portare alla fibrosi polmonare, una condizione irreversibile che impedisce ai polmoni di effettuare in maniera efficace gli scambi gassosi.
Sono stati valutati i dati di pazienti con malattia polmonare interstiziale raccolti nel registro della Pulmonary fibrosis foundation e le informazioni fornite volontariamente dai pazienti dell’Uva Health e dell’Università di Chicago.
Si sono esaminate le informazioni di oltre 300 persone affette da malattia polmonare interstiziale. La maggior parte erano uomini (la malattia è più comune nei maschi) con fibrosi polmonare "idiopatica", una delle condizioni che rientrano nella classe della malattia polmonare interstiziale.
Livelli più elevati di Omega-3 nel plasma sanguigno sono risultati associati a una migliore capacità di scambiare anidride carbonica e a una sopravvivenza più lunga senza necessità di un trapianto di polmone. Il dato era indipendente dalla storia di fumo o dal fatto che i pazienti avessero malattie cardiovascolari.
“Serviranno ulteriori ricerche sia per determinare se esistono specifici acidi grassi Omega-3 che potrebbero essere utili, sia per verificare quali sono i meccanismi sottostanti”, hanno commentato i ricercatori.
Elisabetta Torretta