Nitrati e sport di endurance, tra miti ed evidenze scientifiche

02 Settembre 2021

Negli sport di endurance (corsa, ciclismo, triathlon) diversi macro e micronutrienti sono stati utilizzati come aiuti ergogenici per migliorare potenzialmente le prestazioni. Negli ultimi anni, particolare attenzione è stata posta verso i nitrati contenuti, per esempio, in alimenti come il succo di barbabietola, l'estratto di melograno e le verdure a foglia verde come il cavolo cappuccio, la lattuga e gli spinaci.

Sebbene l'esatto meccanismo alla base dei benefici ergogenici dell'integrazione con nitrati non sia stato ancora stabilito, è stato proposto che il nitrato alimentare, una volta ingerito, venga ridotto a ossido nitrico (NO), mentre classicamente si pensava che l'NO fosse generato dall'ossidazione della L-arginina, con conseguente produzione endogena di nitrato (NO3-) e nitrito (NO2-).

L’ossido nitrico migliorerebbe la capacità di endurance favorendo la vasodilatazione, con conseguente aumento del flusso sanguigno a livello muscolare, la contrattilità muscolare, l’omeostasi del calcio e la biogenesi mitocondriale.

Tutti questi meccanismi ipotizzati si tradurrebbero in una migliore ossigenazione muscolare durante l’esercizio, con conseguente maggiore tolleranza al senso di fatica, miglioramento della distanza percorsa e della forza e resistenza muscolari.

Una revisione sistematica e metanalisi sulla supplementazione con nitrati nello sport di endurance è stata pubblicata lo scorso luglio sul Journal of the international society of sports nutrition.

La ricerca ha preso in esame 1.021 studi tratti da diverse librerie mediche (Cochrane central register of controlled trials, Medline, Embase, Web of science, Cinahl), senza restrizioni linguistiche.

Dei 1.021 studi, ne sono stati selezionati 73, con criteri di inclusione ed esclusione così riportati:

  • revisione sistematica e metanalisi di studi randomizzati con una strategia di ricerca completa e un protocollo predefinito;
  • metodi rigorosi e valutazione sistematica dei dati randomizzati;
  • dettagli insufficienti sulle procedure di randomizzazione nei rapporti di studio, che portano
  • a un rischio poco chiaro di bias;
  • eterogeneità nelle metodologie di studio e nel reporting dei risultati.

Dai risultati emerge come l'integrazione di nitrati abbia migliorato la potenza muscolare (md 4,6 watt, p < 0,0001), il tempo di esaurimento muscolare (md 25,3 s, p < 0,00001), indice indiretto di miglioramento della resistenza al senso di fatica e la distanza percorsa (md 163,7 m, p = 0,03).

Non sono state trovate, invece, differenze significative sulla percezione dello sforzo, sui tempi di prestazione e, in genere, sulla tipologia di esercizio fisico. Per esempio, l’integrazione di nitrati ha ridotto la Vo2 (Md - 0,04 l/min, p < 0,00001) ma non ha avuto effetti significativi sul Vo2max o sui livelli di lattato nel sangue.

Nel valutare le conclusioni, gli autori sottolineano poi un altro aspetto importante, ovvero la differenza sostanziale tra l’utilizzo di alimenti ricchi in nitrati come, per esempio, il succo di barbabietola oppure l’utilizzo di supplementi ricchi di estratti di varie tipologie di nitrati associate ad altri integratori oppure a zucchero il che comporta una più difficile interpretazione dei risultati ottenuti.

Altro elemento da considerare è la possibile comparsa di distress gastrointestinale (meteorismo e crampi addominali, flautulenza, diarrea) riportata da alcuni atleti, ma anche in questo caso l’eterogeneità dei dati tratti dagli studi presi in considerazione non supporta una univoca conclusione: troppo diversi sono, infatti, i dosaggi dei nitrati presenti nei supplementi o nei succhi naturali che, in alcuni case report arrivavano sino a 500 ml di succo di barbabietola puro assunti prima delle competizioni. In particolare, si è visto come il distress gastrointestinale fosse segnalato come sintomo maggiormente presente per distanze intorno ai 10 km.

In conclusione, sulla base di dati Rct di qualità da molto bassa a moderata, la ricerca suggerisce che la supplementazione con nitrati può essere una valida strategia da proporre agli atleti di endurance. Ciò risulta particolarmente evidente quando si valutano risultati importanti, come la potenza, il tempo di esaurimento alla fatica e la distanza percorsa.

Tuttavia, dati i suoi effetti misti sulle variabili esplicative, come il lattato nel sangue e la Vo2, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare i mezzi specifici con cui la supplementazione con nitrati potrebbe influire sulla resistenza fisica e stabilire la strategia di dosaggio ottimale che tenga conto degli effetti gastrointestinali avversi che possono accompagnare alcune formulazioni.

Fabrizio Angelini, Sara Bartoli

Sinseb (Società italiana nutrizione, sport e benessere)

 

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