Cinque giorni di digiuno e poi dieta sana: così si batte la sindrome metabolica

07 Aprile 2021

Per migliorare il quadro clinico in caso di sindrome metabolica non basta cambiare abitudini alimentari. Un breve periodo di digiuno prima di intraprendere un nuovo regime dietetico consente, infatti, un più rapido miglioramento di una serie di parametri di rischio, dall’ipertensione al Bmi. Queste le conclusioni di un gruppo di ricercatori tedesco, promotori di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati di recente su Nature communications.

Gli scienziati hanno preso in esame 71 volontari con sindrome metabolica e ipertensione, con l’obiettivo di verificare i benefici che una modifica delle abitudini alimentari potesse avere sulla loro salute. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: una parte ha seguito, per tre mesi, un modello di dieta Dash (Dietary approach to stop hypertension) basato sul consumo di molta frutta e verdura, prodotti integrali, noci e legumi, pesce e carne bianca magra, con eliminazione di cibi e bevande ad alto contenuto di sale, grassi e zuccheri.

Il secondo gruppo ha fatto precedere alla dieta 5 giorni di digiuno, con un regime di 300-350 Kcal/die garantite da bevande a base vegetale.

Tra gli elementi originali della ricerca, il monitoraggio di quanto le modifiche legate a digiuno e dieta influissero su microbiota intestinale e sistema immunitario.

Il periodo di digiuno ha rivelato il verificarsi di importanti cambiamenti a livello dell’ecosistema intestinale, con aumento delle specie batteriche in grado di favorire la produzione di acidi grassi a catena corta. Modifiche anche nell’assetto della risposta immunitaria: quella innata rimane stabile, quella adattativa si trasforma, con riduzione del numero di cellule T proinfiammatorie e aumento di linfociti T di tipo regolatorio. Modifiche, oltretutto, permanenti, giacché si ritrovano anche una volta che i partecipanti hanno ripreso a nutrirsi.

Il risultato finale è stato che, dopo tre mesi, indice di massa corporea, pressione sanguigna e necessità di farmaci antipertensivi si sono ridotti maggiormente tra i volontari che avevano iniziato la dieta Dash dopo i cinque giorni di digiuno, con un effetto protrattosi nel tempo.

“Se una dieta ricca di fibre e povera di grassi non riesce a raggiungere gli obiettivi preposti in caso di sindrome metabolica, il motivo potrebbe risiedere nel fatto che a livello del microbiota intestinale non è presente un numero sufficiente di batteri in grado di metabolizzare le fibre in acidi grassi protettivi” commentano gli Autori. "Spesso, chi non ottiene risultati desiste e torna alle vecchie abitudini. Una buona idea, invece, sarebbe far precedere alla dieta un periodo di digiuno che si va rilevando un vero e proprio catalizzatore per i microrganismi protettivi dell'intestino: la salute migliora molto rapidamente e, in caso di ipertensione, i pazienti scoprono di poter ridurre i loro farmaci se non addirittura interrompere e terapie".

Nicola Miglino

 

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