Dieta, ecco i sei gruppi di alimenti scudo per cuore e vasi

14 Luglio 2023

Le diete che privilegiano frutta, verdura, latticini (preferibilmente non scremati), frutta secca, legumi e pesce sono associate a un minor rischio di malattie cardiovascolari e morte prematura in tutte le regioni del mondo. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato di recente sull’European heart journal.

A parlarcene, Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy.

Dr. Poli, ci illustra che tipo di analisi è stata condotta?

Lo studio ha esaminato gli effetti di salute della dieta in 147.642 persone che vivono in 21 paesi distribuiti in tutto il mondo. Gli autori hanno creato un nuovo semplice punteggio dietetico, basato sui consumi di sei gruppi di alimenti favorevolmente associati alla longevità secondo gli studi in letteratura: frutta, verdura, legumi, frutta secca, pesce, latte e derivati. Tale criterio assegna un punto per l'assunzione di ciascun alimento al di sopra della mediana del gruppo di riferimento e un punteggio 0 per l'assunzione pari o inferiore alla mediana: il cosiddetto Pure healthy diet score. Hanno poi esaminato le associazioni del punteggio così ottenuto con la mortalità, l'infarto del miocardio, l'ictus e le malattie cardiovascolari totali.

Quali risultati si sono osservati?Il numero degli eventi osservati è molto alto, e ciò conferisce ovviamente molta solidità alle osservazioni degli autori: durante il follow-up, durato in media circa 9 anni, si sono infatti verificati 15.707 decessi e 40.764 eventi cardiovascolari. Rispetto alla dieta con punteggio Pure ≤ 1, la meno favorevole, quella con punteggio ≥ 5, che è invece la più favorevole, si associava a un rischio ridotto del 30% di morte per qualunque causa, del 18% di eventi cardiovascolari, del 14% di infarto miocardico e del 19% di ictus.

Qual è la proposta dietetica che emerge dallo studio?Il messaggio di Pure, ovvero consumare almeno quattro-cinque porzioni di frutta e verdura e una porzione di frutta secca al giorno, più 2-3 porzioni di pesce alla settimana, 14 porzioni di derivati del latte e 3-4 porzioni di legumi, sempre su base settimanale, può sembrare scontato, quasi banale, ma è invece fortemente innovativo. Porta alle estreme conseguenze il concetto della nutrizione positiva, che emergeva già con chiarezza dello studio del Global burden of disease e, cioè, che dobbiamo preoccuparci prevalentemente, e forse quasi esclusivamente, degli alimenti che consumiamo in quantità insufficiente, abbandonando per esempio la focalizzazione sull’eccessivo consumo di grassi saturi che, sia gli autori e sia l’editoriale di accompagnamento di Mozaffarian dicono con grande chiarezza, rappresentano probabilmente un falso obiettivo della prevenzione. Secondo gli autori, la dieta Pure correla, infatti, con la riduzione degli eventi meglio di tutti gli altri pattern dietetici considerati, che prestano molta attenzione anche agli alimenti da consumare meno di quanto facciamo adesso: la Dash, la Hei, basata sulle linee guida americane e la Planetary health, che non correlerebbe in alcun modo con gli eventi clinici in questo studio, confermando l’impressione che forse presta più attenzione all’ambiente che alla salute delle persone.

C’è una sorta di riabilitazione dei latticini?

Il lavoro continua il processo di revisione degli effetti nutrizionali dei derivati del latte che in realtà è in corso ormai da alcuni anni. Il contenuto di grassi degli alimenti, come già ricordavo precedentemente, è stato per lungo tempo al centro dell'attenzione del pubblico, dell'industria alimentare e dei governi, con raccomandazioni focalizzate soprattutto sulla riduzione dei grassi saturi. Pure, invece, osserva che due porzioni al giorno di latticini, meglio se interi e, cioè, non a ridotto tenore di grassi, devono essere parte di una dieta salubre. Gli studi più recenti dimostrano infatti che i latticini stessi, specie se interi, possono proteggere dall'ipertensione e dalla sindrome metabolica.

Cosa possiamo concludere, a suo giudizio?

In un editoriale di accompagnamento, Dariush Mozaffarian afferma che i nuovi risultati di Pure richiedono una rivalutazione delle attuali linee guida, che tuttora suggeriscono senza esitazione di evitare i latticini interi. È tempo, dice Mozaffarian, che le linee guida nutrizionali nazionali, le innovazioni del settore privato, la politica fiscale del governo e gli incentivi agricoli, le politiche di approvvigionamento alimentare, l'etichettatura e altre priorità normative e gli interventi sanitari relativi all'alimentazione siano basate sulla scienza. Difficile dargli torto.

Nicola Miglino 

 

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