Studio Uk: da vitamine A, E, D protezione contro infezioni respiratorie

25 Novembre 2020

Un elevato consumo di vitamine A, E e D si rivela protettivo nei confronti di affezioni a carico delle vie respiratorie. Questi i risultati, pubblicati su Bmj nutrition prevention & health, di un’analisi osservazionale condotta in Uk su circa 6 mila soggetti afferenti al National diet and nutrition survey rolling programme, indagine che dal 2008 recluta, ogni anno, 1.000 adulti distribuiti in diverse aree del Regno Unito, raccogliendone i dati delle abitudini alimentari.

Le informazioni sono state ottenute tramite diari alimentari e incrociate con quelle relative alla comparsa di disturbi respiratori autoriferiti, quindi non diagnosticati da un medico, quali, per esempio, asma, raffreddore, patologie ostruttive, insufficienza respiratoria.

L’attenzione dei ricercatori si è concentrata sull’assunzione di vitamine o tramite la sola dieta, o da dieta e integratori, aggiustando i dati per i fattori confondenti quali età, sesso, peso, abitudine al fumo.

In totale si sono registrati 33 casi di disturbi respiratori dichiarati, generalmente tra i più anziani e tra chi assumeva con minore regolarità vitamine A, E, C o D. Un buon apporto di vitamine A ed E, tramite dieta o integrazione, è risultato associato a minor incidenza di episodi, così come quello di vitamina D, ma in questo caso soltanto con l’integrazione e non con la dieta. Nessun apparente beneficio, invece, per la vitamina C.

“La nutrizione ha un ruolo chiave nel ridurre il rischio di diverse infezioni respiratorie, sebbene molto ci sia ancora da comprendere su come interferisca con il sistema immunitario” sottolineano gli Autori.  "Si stima che circa un quinto della popolazione nel Regno Unito presenti un deficit di vitamina D e che oltre il 30% degli over 65 non raggiunga i livelli raccomandati. I nostri risultati confermano l'ipotesi che l'integrazione sia fondamentale per garantire il mantenimento di un adeguato stato di vitamina D, non essendo sufficiente quanto garantito dalla dieta. Si tratta, comunque, di uno studio osservazionale e, come tale, non è possibile stabilire relazioni causa/effetto. Il numero di eventi, poi, è limitato e nessuna estrapolazione può essere fatta rispetto alla pandemia da coronavirus in corso. I nostri risultati costituiscono un’ottima base su cui progettare studi di coorte longitudinali sul rapporto tra nutrizione e disturbi respiratori, anche per valutare le implicazioni in ambito Covid-19”.

Nicola Miglino

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