Donna, 80 anni, forte fumatrice. Già sofferente di Bpco, artrosi e ipertesa, riceve una diagnosi di cancro del polmone non a piccole cellule. Una massa di 41 mm localizzata, senza segni di diffusione. Il trattamento proposto è quello indicato in questi casi: chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Lei, però, rifiuta le cure e, a quel, punto non rimane ai medici che monitorare la situazione periodicamente tramite Tac. Siamo a giugno 2018. Tempo poco più di due anni e mezzo e, a febbraio 2021, gli esami indicano una riduzione della massa del 76%: da 41 a 10 mm.

La coltivazione della canapa è stata praticata in Italia in modo intensivo e capillare fino agli anni Cinquanta. Ancora nel 1940, la coltivazione interessava 90 mila ettari di terreno agricolo, un’estensione superiore all’attuale superficie mondiale dedicata alla coltivazione legale della pianta. La canapa italiana era considerata la migliore disponibile sul mercato, superiore a quella della Russia, l’unico paese che la precedeva in termini di volumi di produzione. Dopo decenni di declino, dovuti principalmente all’avvento delle fibre sintetiche, recentemente la canapa industriale è tornata a essere coltivata sia per la produzione di seme a uso alimentare (olio e farina) o animale, che per la produzione di fibra. Questa filiera è in continua crescita e costituisce una potenziale fonte di biomassa utilizzabile per la produzione di cannabidiolo (Cbd) farmaceutico.

Il cannabidiolo (Cbd) non è un farmaco narcotico in quanto “non sembra avere alcun effetto psicotropo o nocivo sulla salute umana”. Questo quanto stabilito nei giorni scorsi dalla Corte di giustizia europea a seguito di un ricorso, respinto, sollevato in Francia contro un’azienda ceca che vendeva Cbd estratto dall’intera pianta di cannabis da utilizzare nelle cartucce di sigarette elettroniche. La Francia, infatti, consente l’estrazione solo da semi e fibre di cannabis, non dall’intera pianta.

Il cannabidiolo (Cbd) è stato isolato per la prima volta dalla Cannabis nel 1940 e, sebbene inizialmente considerato un cannabinoide non attivo, da quel momento ha vissuto una lunga storia di utilizzo non ufficiale nell'epilessia e in molte altre malattie neurologiche.

Pagina 2 di 3
Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…