Il rapporto ha misurato le vendite nella grande distribuzione di oltre 136mila prodotti (pari a più di 46 miliardi di euro di venduto, circa l’83% del totale realizzato da supermercati e ipermercati), suddivisi in undici panieri tematici costruiti a partire dalle indicazioni presenti sulle etichette: dal “free from”, al “rich-in”, dal richiamo all’italianità degli ingredienti alle intolleranze, passando per i metodi di lavorazione e le texture. Di seguito, i principali risultati.
Italianità
Continua il calo dei volumi dei prodotti che richiamano l’italianità in etichetta. Rispetto ai 12 mesi precedenti, hanno registrato una crescita del +10,8% in termini di fatturato a fronte, però, di un calo dei volumi del 4,2%, generalizzato su tutti i claim e le denominazioni rilevati.
Universo free from
Nell’universo composito del free from il primo claim in termini di incidenza sulle vendite (8,2% del fatturato del paniere food) e di numerica dei prodotti (5,2% del totale rilevato) è sempre “senza conservanti”. Il secondo claim per valore di vendite è “pochi grassi”. Rispetto a giugno 2022, il fatturato è aumentato del 15,3% mentre i volumi venduti sono diminuiti del 2,2%. Medaglia di bronzo per il claim “senza olio di palma”: oltre 1,5 miliardi di euro di vendite (+12,1%) e volumi in calo del 4,1%.
Successo del claim “senza zuccheri aggiunti” che ha chiuso l’anno finito a giugno 2023 con tutti gli indicatori positivi. Sono aumentati del 27% il giro d’affari e del 12,1% i volumi, registrando la miglior performance di tutto il paniere free from.
Per completare il quadro della spesa attenta alla presenza di zuccheri va considerato anche un altro claim: “senza aspartame”. Seppur meno presente a scaffale (66 referenze) e con un giro d’affari più contenuto (9,9 milioni di euro), condivide con i claim sulla riduzione degli zuccheri il trend positivo delle vendite sia in valore (+10,1%) sia in volume (+2,8%).
Il mondo del rich-in
A dominare e trainare il mondo del rich-in sono ancora una volta le “proteine”, segnalate sulle etichette di 3.212 prodotti (il 3,8% del totale food) che hanno incassato oltre 1,7 miliardi di euro (5,1% del totale). Nell’arco dei 12 mesi rilevati il giro d’affari è aumentato del +19,6%, sostenuto dall’alta inflazione, e i volumi venduti sono cresciuti del +4,5%. Nell’ultimo anno si sono segnalati altri due claim. Il primo è “fermenti lattici”, che è cresciuto sia a valore (+15,4%) sia a volume (+1,3%). Il secondo, cresciuto sia a valore (+10,8%) sia a volume (+2,9%) è “magnesio”
Allergeni
A fare da protagonista in questo paniere è sempre il claim “senza glutine”. In termini assoluti si tratta di 8.594 prodotti che nei 12 mesi considerati hanno sviluppato oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato. Rispetto all’anno finito a giugno 2022, le vendite sono aumentate del 6,1% a valore mentre i volumi sono calati del 6,8%.
Il logo “gluten free” con la spiga barrata di Associazione italiana celiachia (Aic) compare su 1.972 prodotti, che valgono un giro d’affari di quasi € 668 mln (+4,5%), a fronte però di un importante calo dei volumi (-7,5%). Male in particolare affettati e omogeneizzati, surgelati vegetali naturali/frutta, creme spalmabili dolci, yogurt greco colato skyr, confetture e spalmabili base frutta, e i surgelati.
La performance migliore di questo paniere è quella messa a segno dal claim “senza lattosio”, che è riuscito a crescere bene a valore (+16,6%) e a tenere come volumi (+0,9%).
“Senza uova” è l’ultimo claim di questo paniere sia per numerica, con 166 referenze, sia per entità del giro d’affari, superiore a 26 milioni di euro. Ma è anche l’unico del mondo delle intolleranze che ha saputo crescere a volume, registrando un +2,6% annuo. Molto bene pasta fresca non ripiena, pasta fresca senza glutine e biscotti salutistici.
Il mondo del lifestyle
Il segmento più rilevante in termini di giro d’affari è il “veg” (vegano e/o vegetariano), che ha sviluppato oltre 2,3 miliardi di euro di vendite. Nel corso dell’anno finito a giugno 2023 questo paniere ha guadagnato l’11,8% a valore ma ha perso il 2,8% dei volumi, Stesso scenario tendenziale per il claim “vegetariano”: +12,3% il giro d’affari, ma 2,6% in meno i volumi venduti. Trend analogo per il claim “vegano”: +10,4% di fatturato e -2,3% di volumi venduti.
Il mondo degli ingredienti benefici
In tutti i sette cluster rilevati si è avuto un aumento del fatturato e da una contrazione dei volumi.
Traditional
La primadonna resta il “cacao”, che ha superato il miliardo di euro per giro d’affari realizzato da 2.257 prodotti. La crescita (+9,4%) sembra legata alla sola componente di aumento dei prezzi in quanto i volumi sono stati in contrazione (-4,2%). In questo gruppo, il best performer resta il “caramello”, il segmento più piccolo di questo paniere: grazie a una sostanziosa crescita a valore (+41,4%) ma anche a volume (+10,0%), trainata da biscotti tradizionali, snack dolci e dessert freschi.
Superfruit
Tre claim sopra tutti. “Avocado” si conferma molto apprezzato dagli italiani. Le 65 referenze che lo richiamano in etichetta hanno aumentato del 37,1% il giro d’affari, ormai superiore ai 34 mln di euro, e del +22,2% i volumi venduti. “Anacardi” cresce di +15,5% a valore e +7% a volume. “Acqua di cocco”, infine, esprime una nicchia di 1,6 mln di euro per 11 referenze, ma segna +8% a valore e +4,3% a volume.
Supercereali/farine
Al primo posto assoluto per giro d’affari troviamo ancora l’“avena”: +18,4% a valore e +6% a volume (+6%), grazie soprattutto a sostitutivi del latte Uht, cracker e biscotti integrali. Stesso trend per “Farina di riso” (+16,4% a valore, +2,2% a volume) e “olio di riso”, che compare su appena 20 prodotti, +14,2% a valore e +3% a volume.
Dolcificanti
“Zucchero di canna” perde l’8,7% di vendite a volume e aumenta quelle a valore del 3,7%. “Stevia”, invece, è in crescita sia a valore (8,5%), sia a volume (+,7%), soprattutto grazie a bevande a base di tè, alimenti per sportivi e infusi.
Semi
Il leader per giro d’affari, pari a 153 milioni di euro, è “semi di lino”, che è il numero uno anche per crescita annua a valore (+20,4%) ed è anche l’unico a essere riuscito ad avanzare a volume (+5,2%). Molto male “semi di canapa”, -19,4% a volume e -14,7% in valore per i 52 prodotti accompagnati da questo claim, che valgono 3 mln di euro.
Spezie
Il paniere delle spezie arretra, sia a volume, sia a valore. Tra i tre claim rilevati, il principale per giro d’affari e assortimento resta “zenzero”, con oltre 60 milioni di euro di vendite (-1,2%) e calo dei volumi dell’8,8%. La “curcuma” mantiene il secondo posto nella graduatoria a valore ma, rispetto all’anno mobile precedente, registra un -8,6% di fatturato e -15,8% a volume. Quanto al terzo claim rilevato, “cannella”, in12 mesi è arretrato del 2,8% a valore e del 9,1% a volume.
Superfood
Il superfood che incassa di più nel canale supermercati e ipermercati è l’alga “spirulina”, con oltre sette milioni di euro di venduto. Nei 12 mesi considerati le vendite sono aumentate a due cifre sia a valore sia a volume (rispettivamente +26,5% e +16,2%). In espansione anche la vendita dei 36 prodotti con tè “matcha” (tè e gelati dessert): +7,6% a valore e +0,5% a volume. Molto male, infine, “bacche di goji”, -24,6% a valore e -27,4% a volume, e ‘açai’, -21,8% a valore e -27,3% a volume.
Nicola Miglino