Nutrire bene i mitocondri per invecchiare in salute. Potrebbe riassumersi così il contenuto di un documento pubblicato dalla Gerontological Society of America che ha voluto approfondire il rapporto tra nutrizione e longevità.

In questi ultimi anni il digiuno è diventato uno degli argomenti più popolari tra i nutrizionisti. La ricerca, infatti, ne ha evidenziato i potenziali effetti benefici sulla salute, tra cui una modulazione ormonale, la riduzione dello stress ossidativo e dell'infiammazione, aumento della resistenza allo stress, induzione di lipolisi e autofagia. Mancano però linee-guida che aiutino i professionisti sul da farsi non soltanto nel periodo di restrizione calorica, ma anche prima e dopo, al fine di ridurre al minimo i tassi di abbandono e massimizzare gli effetti.

Il Sistema sanitario nazionale necessita di profonde modiche a partire da un totale cambiamento di mentalità: la medicina deve occuparsi più della prevenzione che della cura. Così Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano in “Il futuro della nostra salute” (San Paolo Edizioni, 176 pagine; € 17). Da dove partire, quando si parla di prevenzione? Dall’alimentazione, ovviamente.

La restrizione calorica riduce la comparsa di ipertensione arteriosa e migliora la disfunzione endoteliale, ritardando l'insorgenza di cardiopatie e malattie neurodegenerative attraverso la riduzione di massa grassa, valori sistolici e diastolici, produzione di radicali liberi e stress ossidativo.  Queste le conclusioni di una review condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Tor Vergata di Roma e pubblicata di recente su Nutrients. Ne abbiamo parlato con Nicola Di Daniele, ordinario di Medicina interna presso l’ateneo capitolino e prima firma dello studio.

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