Esiste un modello dietetico più efficace di altri nel prevenire o contrastare la sindrome metabolica? La risposta è tutt’altro che semplice per quanto il fattore dieta combinato con un’adeguata attività fisica risultino essere l’unica profilassi possibile realmente efficace. Interessante, su questo fronte, il contributo offerto da Nicola Di Daniele, docente di Medicina interna all’Università Tor Vergata di Roma in un editoriale pubblicato recentemente su Nutrients. Abbiamo chiesto direttamente all’Autore di illustrarcene i punti cardine.

Il digiuno intermittente e le diete ipocaloriche sono oggi approcci dietetici utilizzati per diminuire lo stato infiammatorio. Eppure, non ci sono risultati coerenti per quanto riguarda l’uomo.

La pratica del digiuno è al centro dell'attenzione del pubblico e del mondo scientifico. “Digiuno e restrizione calorica. Dalla fisiologia alla fisiopatologia” (G. Panizza, L. Lucchin, S. Banni, Il Pensiero Scientifico, 140 pp., 20,40 euro), affronta il tema in tutta la sua ampiezza presentando un quadro complesso che spazia dalla biochimica molecolare all'epigenetica, dall'apoptosi alla matrice extracellulare. Un testo ricco di riferimenti alla letteratura scientifica, rivolto al medico, al ricercatore e agli operatori della nutrizione.

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