La pancia è il paziente invisibile negli anni del Covid. Se n’è parlato pochissimo e invece è come se fosse avvenuta una sorta di epidemia parallela di mal di stomaco e gonfiori dovuti allo stress dei lockdown, alla sedentarietà, agli eccessi di cibo non proprio salutare. Per questo Silvio Danese, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, ha scritto In pace con la pancia (Sonzogno – Collana Scienze per la vita; 16 €; 224 pp.), un libro che attinge alla sua esperienza clinica e ai risultati degli studi più interessanti e li trasforma in consigli utili per tutti.

Le prime intuizioni che l'integrazione con la vitamina D potesse modulare la permeabilità intestinale e alterare la concentrazione della catelicidina umana LL-37, un peptide antimicrobico del sistema immunitario innato espresso dall'epitelio gastrointestinale, risalgono almeno a una ventina di anni fa e da allora vi sono stati diversi lavori che hanno indagato il suo possibile ruolo nella malattia di Crohn

Costringere l’organismo a riprogrammarsi mettendolo alle strette con una forte restrizione calorica. Non un classico digiuno ad acqua ma con specifici nutrienti che, in 5 giorni, portano le cellule a resettarsi. Risultati? Ringiovanimento cellulare e benefici sul fronte metabolico, anti-infiammatorio e neurologico, solo per citarne alcuni. Si chiama Protocollo mima-digiuno (Pmd). L’inventore è Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità della University of Southern California di Los Angeles e Group leader Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) di Milano, che ha appena presentato a Milano i risultati promettenti nell’ambito delle malattie infiammatorie croniche intestinali.

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