Scoperto un nutriente in carne e latticini in grado di potenziare l’immunoterapia

27 Novembre 2023

Nella carne e nei latticini provenienti da animali da pascolo come mucche e pecore, si cela un nutriente, l’acido trans-vaccenico (Tva), in grado di rafforzare la risposta immunitaria contro il cancro. Questi i risultati di uno studio dell’Università di Chicago pubblicato di recente su Nature, discussi in questi giorni a Napoli nel corso della nona edizione dell’Immunotherapy Bridge e della 14.ma edizione del Melanoma Bridge.

“Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che legano l'alimentazione alla risposta all'immunoterapia”, commenta Paolo Ascierto, direttore SC Oncologia medica Melanoma Immunoterapia Oncologica e Terapie innovative, Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli.

“Tuttavia, è molto difficile comprendere i meccanismi sottostanti a causa dell’ampia varietà di cibi che le persone mangiano. Il merito dei colleghi dell'Università di Chicago è quello di essersi concentrati solo sui nutrienti e sui metaboliti derivati dal cibo, trovandone uno in particolare, il Tva, che migliora l’immunità antitumorale attivando un importante percorso immunitario. In particolare, i ricercatori hanno dimostrato che il Tva è in grado di migliorare la capacità delle cellule T CD8+ di infiltrarsi nei tumori e uccidere le cellule tumorali. Lo studio mostra anche che i pazienti con livelli più elevati di Tva circolante nel sangue hanno risposto meglio all’immunoterapia, suggerendo che la molecola potrebbe integrare i trattamenti clinici per il cancro”.

Nello studio, i ricercatori hanno analizzato 700 noti metaboliti che provengono dal cibo e hanno assemblato una “libreria” di 235 molecole bioattive derivate da nutrienti. Successivamente hanno esaminato questi composti per valutare la loro capacità di influenzare l’immunità antitumorale attivando i linfociti T CD8+, un gruppo di cellule immunitarie fondamentali per uccidere le cellule cancerose o infette da virus. Dopo aver valutato i primi sei composti, gli scienziati hanno visto che il Tva ha ottenuto i risultati migliori. 

“Tva è presente nel latte umano, ma l’organismo non è in grado di produrlo da solo”, spiega Ascierto. “Solo il 20% circa del Tva viene scomposto in altri sottoprodotti, lasciandone l'80% in circolo nel sangue. Gli esperimenti condotti dagli scienziati dell'Università di Chicago su modelli murini di diversi tumori hanno rilevato che una dieta arricchita con Tva riduce significativamente il potenziale di crescita del melanoma e delle cellule del cancro del colon. La dieta con Tva ha anche migliorato la capacità delle cellule T CD8+ di infiltrarsi nei tumori”.

Il team ha inoltre eseguito una serie di analisi molecolari e genetiche per comprendere come Tva influenzi le cellule T. Questi test aggiuntivi hanno dimostrato la capacità di inibire un recettore sulla superficie cellulare chiamato GPR43, che viene solitamente attivato dagli acidi grassi a catena corta spesso prodotti dal microbiota intestinale.

Il Tva prevale su questi acidi grassi a catena corta e attiva un processo di segnalazione cellulare noto come “percorso Creb”, coinvolto in una varietà di funzioni tra cui la crescita cellulare, la sopravvivenza e la differenziazione.

Infine, il team ha anche analizzato campioni di sangue prelevati da pazienti sottoposti a trattamento immunoterapico con cellule Car-T per il linfoma, una terapia che consiste nella modificazione dei linfociti T del paziente. Hanno così osservato che i pazienti con livelli più alti di Tva tendevano a rispondere meglio al trattamento rispetto a quelli con livelli più bassi.

Hanno anche testato linee cellulari legate alla leucemia, osservando come Tva migliori la capacità di un farmaco immunoterapico di uccidere le cellule tumorali. 

Attenzione, però, segnala Ascierto: “Lo studio non indica di eccedere nel consumo di carne rossa e latticini. Piuttosto i risultati suggeriscono che Tva potrebbe essere utilizzato come supplemento alimentare per contribuire ad aumentare l’efficacia dei trattamenti immunoterapici, anche se è importante determinare la quantità ottimale del nutriente stesso da assumere. Ciò che conta infatti è il nutriente e la sua eventuale assunzione nelle dosi giuste, non la sua fonte”. (n.m.)

 

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…