Qualità dei botanicals, il caso curcuma: panel di esperti fa il punto

29 Gennaio 2020

Presentato a Milano l’Advisory board qualità degli integratori di origine botanica, un panel multidisciplinare di esperti italiani e internazionali nato su iniziativa delle aziende Indena e Scharper con l’obiettivo di fornire indicazioni condivise, supportate da rigorose evidenze scientifiche e dall’esperienza clinica sui cosiddetti botanicals.

Contestualmente, è stato illustrato il primo consensus paper, redatto sotto l’egida della Società Italiana di nutraceutica (Sinut), dedicato alla curcuma, ingrediente di grandissimo utilizzo secondo i dati Iqvia, che parlano di 4,9 milioni di confezioni di integratori contenenti curcuma venduti in Italia fra luglio 2018 e giugno 2019 e protagonista, nei mesi scorsi, delle cronache per i celebri casi, peraltro mai del tutto chiariti, di epatotossicità.

Ecco, perciò, l’esigenza di un documento condiviso che prendesse in esame tutti gli aspetti inerenti all’impiego dei curcuminoidi. Di seguito un riepilogo per punti salienti.

La pianta e i componenti attivi

La Curcuma longa è una pianta erbacea perenne diffusa in Asia sud orientale e coltivata estensivamente in Cina, India, Indonesia e Tailandia. I componenti attivi della pianta sono: curcumina, monodemetossicurcumina e bisdemetossicurcumina. Spesso tutti e tre questi curcuminoidi sono indicati collettivamente come curcumina. È importante tuttavia ricordare che ciascun curcuminoide ha la sua specifica struttura chimica e il suo specifico profilo funzionale.

Funzionamento a livello cellulare

Il meccanismo d’azione della curcumina è polivalente in quanto “spegne” i fattori di trascrizione pro-infiammatori quali Nf-κB, Ap-1, Stat, regolando così l’espressione di geni coinvolti nella sopravvivenza cellulare, nella proliferazione cellulare, nell’angiogenesi. La curcumina è anche in grado di inibire diverse protein-chinasi e modula la risposta infiammatoria “spegnendo” gli enzimi dell’infiammazione quali Cox-2, lipossigenasi e No sintasi. La curcumina inibisce anche la produzione di citochine infiammatorie quali Tnfα, IL -1-2-6-8- e -12. Inoltre, la curcumina è un potente anti-ossidante che agisce come radical scavenger inducendo le difese cellulari antiossidanti attraverso l’attivazione del fattore nucleare NrF2.

Effetti fisiologici e collaterali

La principale azione che la curcumina svolge nell’uomo è quella antinfiammatoria. Vi è poi una comprovata azione antiossidante, epatoprotettiva, neuroprotettiva, antipertensiva, antiobesità, antimicrobica e antidiabetica. La dose giornaliera ammissibile di curcumina è di 0-3 mg/kg di peso corporeo.  Gli effetti collaterali descritti, correlati soprattutto a sovradosaggio, sono rappresentati da diarrea, nausea, dispepsia, cefalea, rash cutaneo.

Qualità

La qualità dell’estratto dipende innanzitutto dalla materia prima e dalla purezza dell’estratto stesso. La curcuma di qualità è priva di contaminazioni, accidentali o volontarie, in particolare con:

  • specie diverse dalla Curcuma longa, quali la Curcuma zeodaria, la Curcuma aromatica e la Curcuma xanthorrhiza;
  • coloranti azoici come il giallo metanile e i Sudan I e IV;
  • curcumina / curcuminoidi sintetici.

L’estratto non deve contenere contaminanti di processo quali idrocarburi policiclici aromatici, pesticidi o solventi al di fuori dei limiti di accettabilità. Inoltre, non deve contenere Ogm

Sicurezza

Sulla base delle evidenze scientifiche si può affermare che il profilo di sicurezza è molto alto. Per quanto riguarda, in particolare, il fegato, la curcumina è studiata in tutto il mondo da anni in decine di modelli sperimentali come trattamento per la epatoprotezione da danno chimico, dato per esempio dall’abuso di alcol. In caso di alterazioni della funzione epatica, tuttavia, l’uso del prodotto è sconsigliato.

Efficacia

La curcumina ha una scarsa solubilità in acqua ed è difficilmente assorbibile da parte dell’intestino, con conseguente limitazione della sua biodisponibilità. Per ovviare a tale problema sono state individuate diverse formulazioni. Tra le più diffuse, l’associazione con piperina che però può avere il limite di un’azione non selettiva, potendo così aumentare l’assorbimento di altre sostanze, di origine naturale o sintetica, estranee all’organismo.

Altra formulazione è quella della curcuma fitosoma che utilizza la lecitina, tensioattivo naturale che, insieme ai sali biliari, rende facilmente assorbibili, per esempio dall’intestino, anche composti poco solubili in acqua. L’efficacia della curcuma fitosoma è dimostrata da 35 studi scientifici nell’uomo, di cui almeno un terzo condotti con lo schema randomizzato e controllato, relativi in particolare alle aree della salute cardiovascolare, di quella intestinale e oculare, della nutrizione negli sportivi, delle osteoartriti, del diabete e degli effetti collaterali della terapia anti-tumorali

Gli autori del documento

Questi i componenti dell’Advisory board qualità degli integratori di origine botanica che ha realizzato il position paper:

Pietro Allegrini, R&D director, Indena Spa; Giovanni Appendino, Università del Piemonte Orientale; Arrigo F.G. Cicero, Policlinico universitario Sant’Orsola Malpighi di Bologna, Presidente Sinut (Società italiana di nutraceutica); Alessandro Colletti, Università di Torino, Sinut e Sifnut (Società italiana di formulatori in nutraceutica); Diego Fornasari, Università degli studi di Milano; Parris Kidd,  Independent biomedical consultant, Pinole, Ca, Usa; Ernesto Marco Martinelli,   Group quality director, Indena Spa;  Giovanni Musso, Ospedale Humanitas Gradenigo, Torino; Antonella Riva, R&D, Product research manager, Indena Spa; Mariangela Rondanelli, Università di Pavia.

Nicola Miglino

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