L’attività di Caironi si concentra sullo studio delle proprietà elettroniche degli alimenti e dei suoi derivati, al fine di creare nuovi materiali elettronici commestibili.
Nel caso specifico, la riboflavina (detta anche vitamina B2, presente per esempio nelle mandorle) agisce da anodo, mentre la quercetina (presente, per esempio, nei capperi) da catodo. Per aumentare la conducibilità elettrica è stato poi utilizzato il carbone attivo (un farmaco da banco molto diffuso), mentre l'elettrolita del prototipo è a base d'acqua. Il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è stato realizzato con alghe nori, comunemente utilizzate nella preparazione del sushi. Infine, gli elettrodi sono stati incapsulati in un piccolo contenitore di cera d'api, da cui escono, a partire da un supporto derivato dalla cellulosa, due contatti in oro alimentare, la stessa pellicola usata a volte dai pasticceri per le decorazioni.
La batteria funziona a 0,65 V, una tensione sufficientemente bassa da non creare problemi all’organismo umano se ingerita. Può fornire una corrente di 48 μA per 12 minuti, o di pochi microampere per più di un'ora, sufficiente per alimentare piccoli dispositivi elettronici, come i Led a bassa potenza.
I potenziali utilizzi futuri sono numerosi, tra cui circuiti e sensori commestibili, in grado di monitorare le condizioni di salute ma anche lo stato di conservazione degli alimenti.
“Nella ricerca, soprattutto quando si percorrono strade poco battute, non è scontato da un lato ottenere dei risultati, dall'altro che questi vengano notati così velocemente”, ha commentato Mario Caironi. “Questo ci motiva ancora di più a proseguire. Un grandissimo merito va a Ivan Ilic, un ex membro del team, che ha guidato la realizzazione della batteria”.
Così Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia: “Il riconoscimento dell’originalità della batteria edibile mi rende molto orgoglioso, poiché è il chiaro segno che il nostro Istituto è una realtà internazionale per la qualità delle sue ricerche. Oggi possiamo dire che questa qualità viene trasmessa e si avvicina al pubblico internazionale”.
Nicola Miglino