Una restrizione che si estende in realtà anche oltre le emittenti televisive: secondo quanto anticipa il Guardian, il provvedimento prevede regole rigide anche per il web e interesserebbe tutte le forme di marketing digitale a pagamento, comprese le inserzioni su Facebook, i risultati di ricerca a pagamento su Google, le promozioni di messaggi di testo e attività a pagamento su Instagram e Twitter. Sarà comunque permessa la pubblicità del marchio: una società associata a cibi poco salutari potrebbe quindi continuare a fare inserzioni pubblicitarie a patto di non visualizzare i suoi prodotti. Nessuna restrizione, invece, per podcast e radio, né per cartelloni pubblicitari, autobus, stazioni ferroviarie e aeroporti.
Il provvedimento – riferisce Ansa – è uno dei più duri al mondo in materia e, secondo i calcoli, potrebbe comportare perdite pari a 600 milioni di sterline all’anno per le industrie per settore e mancati introiti pubblicitari attorno ai 200 milioni per emittenti come Itv, Cannel 4, Channel 5 o Sky.
Il testo è stato peraltro alleggerito rispetto a quello fatto circolare originariamente un anno fa. “Johnson è diventato in prima persona un paladino del salutismo e della lotta all’obesità, in particolare dopo il drammatico ricovero in terapia intensiva per Covid dell’anno scorso”, riferisce Ansa.