“Diverse vitamine, quali A, B6, B12, C, D, E e acido folico nonché oligoelementi, tra cui zinco, ferro, selenio, magnesio e rame piuttosto che gli acidi grassi omega-3, svolgono ruoli importanti e complementari nel supportare l’immunità innata e adattativa”, sottolineano gli Autori.
“Non sorprende, quindi, che eventuali carenze siano in grado di compromettere le funzioni immunitarie. A seconda del tipo di deficit, possono infatti venire a determinarsi riduzione del numero di linfociti, compromissione della fagocitosi, alterazione della produzione di citochine, riduzione della risposta anticorpale e persino compromissione della guarigione delle ferite”.
La revisione della letteratura proposta su Nutrients passa in rassegna i risultati nutriente per nutriente.
“Le persone carenti di vitamina C sono maggiormente sensibili a gravi infezioni respiratorie come la polmonite. Si è visto poi che, nei pazienti più anziani, la gravità della malattia e il rischio di morte si riducono grazie a una supplementazione, soprattutto quando si parte da bassi livelli plasmatici iniziali di vitamina C. Per quanto riguarda la vitamina D, studi osservazionali riportano un'associazione tra basse concentrazioni ematiche di 25-idrossivitamina D e suscettibilità alle infezioni acute del tratto respiratorio e diverse recenti metanalisi evidenziano come un’integrazione di vitamina D sia in grado di ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio sia nei bambini che negli adulti. La vitamina E migliora la funzione immunitaria mediata dalle cellule T negli anziani, in relazione al declino correlato all'età mentre una carenza di zinco provoca alterata formazione, attivazione e maturazione dei linfociti e disturba la comunicazione intercellulare mediata dalle citochine. Dati provenienti da studi epidemiologici indicano, infine, che la carenza di selenio e vitamina E può portare a mutazioni genetiche e aumento della virulenza in alcuni virus”.
Una dieta equilibrata e diversificata sarebbe in grado di garantire apporti soddisfacenti di tutti questi nutrienti ma, sottolineano gli autori, i dati indicano carenze diffuse un po’ in tutti paesi, compresi quelli sviluppati. Da qui, una serie di raccomandazioni finali. Innanzitutto, si suggerisce il ricorso giornaliero a un multivitaminico arricchito con oligoelementi, in aggiunta alla dieta, per favorire un adeguato apporto di vitamine A, B6, B12, C, D, E, folato, zinco, ferro, selenio, magnesio e rame. Per quanto riguarda la vitamina C, si consiglia l’assunzione di almeno 200 mg/die nei soggetti sani e fino a 1-2 gr/die nei malati: oltre i 200 mg/die, infatti, si favorisce una riduzione di rischio, gravità e durata delle infezioni del tratto respiratorio superiore e inferiore. Per la vitamina D un’integrazione alle dosi di 2.000 Ui/die, per lo zinco 8-11 mg/die e per Epa+Dha, omega-3 che supportano un’azione antinfiammatoria, 250 mg/die.
“L'assunzione ottimale di nutrienti, anche attraverso un’integrazione a dosaggi superiori a quelli indicati dalle attuali raccomandazioni, favorisce il corretto funzionamento del sistema immunitario, aiutando a controllare l'impatto delle infezioni e a limitare la comparsa di ceppi più virulenti di virus patogeni” concludono gli Autori. “L’invito ai rappresentati della sanità pubblica è di includere anche strategie nutrizionali nell’ arsenale da approntare per limitare l'impatto delle infezioni virali stagionali e di quelle emergenti”.
Nicola Miglino