Infezioni virali, esperti alle istituzioni: “Dieta e nutrienti nell’arsenale di difesa”

05 Maggio 2020

Vaccini e misure di salute pubblica sono più che mai necessari ma sicuramente non sufficienti a far fronte al dilagare delle malattie infettive a livello mondiale. Bisogna cercare altre strade, sicure, efficaci ed economiche. Tra queste, la più promettente è quella di fornire un corretto apporto nutrizionale al nostro organismo, per sostenere nel migliore dei modi funzionalità ed efficienza del sistema immunitario. Queste le conclusioni di un gruppo di ricerca internazionale che ha appena pubblicato su Nutrients una review della letteratura internazionale sul ruolo dei nutrienti a supporto della funzione immunitaria.

“Diverse vitamine, quali A, B6, B12, C, D, E e acido folico nonché oligoelementi, tra cui zinco, ferro, selenio, magnesio e rame piuttosto che gli acidi grassi omega-3, svolgono ruoli importanti e complementari nel supportare l’immunità innata e adattativa”, sottolineano gli Autori.

“Non sorprende, quindi, che eventuali carenze siano in grado di compromettere le funzioni immunitarie. A seconda del tipo di deficit, possono infatti venire a determinarsi riduzione del numero di linfociti, compromissione della fagocitosi, alterazione della produzione di citochine, riduzione della risposta anticorpale e persino compromissione della guarigione delle ferite”.

La revisione della letteratura proposta su Nutrients passa in rassegna i risultati nutriente per nutriente.

“Le persone carenti di vitamina C sono maggiormente sensibili a gravi infezioni respiratorie come la polmonite. Si è visto poi che, nei pazienti più anziani, la gravità della malattia e il rischio di morte si riducono grazie a una supplementazione, soprattutto quando si parte da bassi livelli plasmatici iniziali di vitamina C. Per quanto riguarda la vitamina D, studi osservazionali riportano un'associazione tra basse concentrazioni ematiche di 25-idrossivitamina D e suscettibilità alle infezioni acute del tratto respiratorio e diverse recenti metanalisi evidenziano come un’integrazione di vitamina D sia in grado di ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio sia nei bambini che negli adulti. La vitamina E migliora la funzione immunitaria mediata dalle cellule T negli anziani, in relazione al declino correlato all'età mentre una carenza di zinco provoca alterata formazione, attivazione e maturazione dei linfociti e disturba la comunicazione intercellulare mediata dalle citochine. Dati provenienti da studi epidemiologici indicano, infine, che la carenza di selenio e vitamina E può portare a mutazioni genetiche e aumento della virulenza in alcuni virus”.

Una dieta equilibrata e diversificata sarebbe in grado di garantire apporti soddisfacenti di tutti questi nutrienti ma, sottolineano gli autori, i dati indicano carenze diffuse un po’ in tutti paesi, compresi quelli sviluppati. Da qui, una serie di raccomandazioni finali. Innanzitutto, si suggerisce il ricorso giornaliero a un multivitaminico arricchito con oligoelementi, in aggiunta alla dieta, per favorire un adeguato apporto di vitamine A, B6, B12, C, D, E, folato, zinco, ferro, selenio, magnesio e rame. Per quanto riguarda la vitamina C, si consiglia l’assunzione di almeno 200 mg/die nei soggetti sani e fino a 1-2 gr/die nei malati: oltre i 200 mg/die, infatti, si favorisce una riduzione di rischio, gravità e durata delle infezioni del tratto respiratorio superiore e inferiore.  Per la vitamina D un’integrazione alle dosi di 2.000 Ui/die, per lo zinco 8-11 mg/die e per Epa+Dha, omega-3 che supportano un’azione antinfiammatoria, 250 mg/die.

“L'assunzione ottimale di nutrienti, anche attraverso un’integrazione a dosaggi superiori a quelli indicati dalle attuali raccomandazioni, favorisce il corretto funzionamento del sistema immunitario, aiutando a controllare l'impatto delle infezioni e a limitare la comparsa di ceppi più virulenti di virus patogeni” concludono gli Autori. “L’invito ai rappresentati della sanità pubblica è di includere anche strategie nutrizionali nell’ arsenale da approntare per limitare l'impatto delle infezioni virali stagionali e di quelle emergenti”.

Nicola Miglino

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