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Ruolo degli inositoli nelle malattie metaboliche

20 Febbraio 2020

Gli inositoli sono un gruppo di polioli naturali presenti negli alimenti, tra cui frutta, fagioli, cereali e noci e, come, componenti dei fosfolipidi della membrana cellulare, delle lipoproteine ​​plasmatiche o delle forme di fosfato nel nucleo, sono coinvolti in molti processi cellulari.

Esistono nove stereoisomeri: cinque di questi (mio, scillo, muco, neo e d-chiro-inositolo) si formano naturalmente, mentre altri sono derivati ​​dal mio-inositolo che viene attivamente sintetizzato dalle cellule viventi.

Il mio-inositolo e il d-chiro-inositolo hanno ruoli differenti nella mediazione del segnale dell’insulina: il primo contribuisce all’ingresso del glucosio nella cellula come substrato immediatamente disponibile, mentre il secondo prende parte al metabolismo ossidativo e non ossidativo cellulare che porta alla produzione di glicogeno a livello del tessuto adiposo, del muscolo e del fegato.

L’inositolo ha quindi un ruolo essenziale nel pathway di segnale insulinico e l’abbondanza di dati sperimentali presenti in letteratura dimostrano che una sua deplezione intracellulare può causare un ridotto effetto dell’insulina e che nelle condizioni di insulino-resistenza vi è un deficit di d-chiro-inositolo nel muscolo dei soggetti con diabete mellito di tipo 2 rispetto a soggetti normali.

L’insulino-resistenza è inoltre associata ad alterata escrezione renale di chiro-inositolo nei primati, negli esseri umani con ridotta tolleranza glucidica e con diabete mellito di tipo 2 e nei familiari di primo grado di pazienti diabetici con normale tolleranza glucidica.

In modelli sperimentali, la somministrazione di inositolo riduce l’iperglicemia nei ratti con diabete e migliora la tolleranza al glucosio nei ratti normali, ma oggi sono già diversi gli studi clinici sull’uomo.

Le prime osservazioni sul metabolismo dell’inositolo nel diabete gestazionale sono del 2007 e nel 2011 è stato condotto uno studio caso-controllo, con l’obiettivo di verificare se la supplementazione con mio-inositolo in donne affette da diabete gestazionale fosse in grado di migliorare il profilo metabolico e l’insulino-resistenza (valutata mediante Homa-Ir): nel gruppo con inositolo vi è stato un miglioramento della sensibilità insulinica, con una riduzione di circa il 50% dell’insulino-resistenza, rispetto al 29% osservata nel gruppo di controllo. Inoltre, l’adiponectina, un sensibile indicatore dello stato di infiammazione in gravidanza, è risultata aumentata in modo significativo nel gruppo trattato con il mio-inositolo rispetto al gruppo di controllo.

Nel confronto tra mio-inositolo e metformina sui parametri clinici di sindrome metabolica di donne con sindrome da ovaio policistico è risultato che entrambi i trattamenti hanno ridotto significativamente la risposta all'insulina e migliorato la sensibilità all'insulina dei pazienti, ma solo la metformina sembra esercitare un effetto benefico sulle caratteristiche endocrine e cliniche della sindrome.

Nelle donne in postmenopausa, i parametri di rischio cardiovascolare sono stati ulteriormente migliorati con il supplemento mio-inositolo con una riduzione della pressione arteriosa, di c-Ld e colesterolo totale, di trigliceridi (-34%) e miglioramento del colesterolo Hdl (+ 21%). Infine, dopo 6 mesi o un anno di impiego, l’integratore aggiunto alla dieta delle donne in post-menopausa ha migliorato significativamente quasi tutti i parametri metabolici studiati rispetto al gruppo placebo e ha persino trattato la sindrome metabolica del 20% delle donne gruppo di studio (8 su 40) mentre solo un paziente su 40 (2,5%) non presentava più una sindrome metabolica nel gruppo placebo con la sola dieta.

Nella terapia integrativa per il diabete potrebbe esserci ulteriore spazio per gli inositoli, dal momento che i tessuti che possono sviluppare complicanze microvascolari a lungo termine (rene, nervo sciatico, lente e retina) esauriscono il mio-inositolo e questa carenza intracellulare potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progressione di queste complicanze. 

Il ripristino dei livelli intracellulari di mio-inositolo con un supplemento potrebbe quindi essere una strategia adatta per prevenire o ritardare lo sviluppo di neuropatia, nefropatia o retinopatia diabetica. L'effetto del contenuto di mio-inositolo nella dieta (bassa, normale o alta) è stato studiato su pazienti con polineuropatia diabetica simmetrica distale sintomatica ed e stato visto che una dieta arricchita con questo inositolo può avere un effetto positivo sulla funzione dei nervi periferici nei pazienti sintomatici.

Si ritiene che le proprietà insulino-mimetiche degli integratori dietetici di inositolo siano principalmente correlate alla produzione di messaggeri secondari, ma sono necessarie ulteriori ricerche per svelare gli esatti meccanismi molecolari di azione del mio-inositolo, meccanismi non ancora chiari.

Studi di controllo randomizzati sull'integratore alimentare con inositolo hanno dato risultati positivi nelle donne con Pcos, diabete gestazionale o sindrome metabolica in post-menopausa, ma mancano studi sugli uomini per confermare i risultati descritti e per valutare una possibile applicazione per una popolazione più generalizzata di soggetti che già presentano insulino-resistenza o a rischio di sviluppo a causa della predisposizione genetica.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Potential role and therapeutic interests of myo-inositol in metabolic diseases. Biochimie, Vol. 95, Issue 10, October 2013, Pages 1811-1827;
  • Nuove evidenze sul ruolo della supplementazione con inositolo nel diabete gestazionale. G It Diabetol Metab 2013;33:199-203
  • Myo-inositol lowers the risk of developing gestational diabetic mellitus in pregnancies: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials with trial sequential analysis. Journal of Diabetes and its Complications, Vol. 32, Issue 3 March 2018, Pages 342-348
  • Metformin vs myoinositol: which is better in obese polycystic ovary syndrome patients? A randomized controlled crossover study. Clin Endocrinol (Oxf). 2017 May;86(5):725-730.

 

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