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Silimarina, dal cardo mariano un epatoprotettore con effetti cardiometabolici

24 Febbraio 2021

La silimarina, ottenuta dalla pianta del cardo mariano Silybum marianum, è stata utilizzata nel corso dei secoli per trattare principalmente malattie del fegato e la sua miscela di flavonolignani attivi e flavonoidi esplica attività antinfiammatoria, antiossidante e antifibrotica sull’organo epatico, mostrando risultati positivi con notevole sicurezza.

Uno studio randomizzato controllato del 2009 con pazienti affetti da Nafld, o steatosi epatica non alcolica, ha concluso che la silimarina è efficace nel ridurre i livelli di alanina aminotransferasi (Alt) e aspartato aminotransferasi (Ast) rispetto a placebo.  In un altro studio coevo in doppio cieco controllato con adulti con Nash, steatosi epatica analcolica e steatoepatite non alcolica, provata da biopsia, un trattamento con silimarina di 48 settimane non ha portato a un miglioramento del punteggio di attività Nafld rispetto al gruppo placebo, ma ha determinato un miglioramento significativo della fibrosi dopo una biopsia epatica ripetuta. 

Nel 2014 un altro studio clinico con pazienti Nafdl ha esaminato l'effetto della silimarina, dopo un periodo di trattamento di 8 settimane, evidenziando un netto miglioramento dei livelli di transaminasi rispetto al placebo.  Una revisione sistematica e metanalisi pubblicata poche settimane fa ha mostrano che l'integrazione con silimarina consente una riduzione statisticamente significativa dei livelli di transaminasi rispetto al trattamento con placebo, indipendentemente dalla perdita di peso.

Ulteriori sottogruppi e analisi di sensibilità hanno messo in luce che la riduzione dei valori di Alt dopo il trattamento con silimarina era approssimativamente la stessa - statisticamente e clinicamente significativa - indipendentemente dal dosaggio somministrato, dal tempo di follow-up a breve o lungo termine. Questi dati rendono più solido l’utilizzo clinico della silimarina, ma rimane fondamentale esaminare se questa riduzione dei livelli di transaminasi corrisponda a un miglioramento istologico.

Se è ben conosciuta sul fronte epatico, la silimarina è stata studiata anche per i suoi effetti benefici in cardioprotezione, neuroprotezione e modulazione immunitaria. In particolare, le ricerche più rilevanti si concentrano sull'effetto sul metabolismo dei lipidi e dei carboidrati, in particolare sull'insulino-resistenza, nota per il ruolo cruciale nella progressione della malattia metabolica.

Agli inizi degli anni Novanta, uno dei primi studi clinici condotti su esseri umani con trattamento con silimarina correlato all’insulino-resistenza ne ha testato l'effetto (600 mg al giorno per 6 mesi) in 60 pazienti diabetici con cirrosi, in aggiunta alla terapia standard.  I livelli medi di glicemia a digiuno, glicemia giornaliera, glicosuria giornaliera, HbA1c, fabbisogno giornaliero di insulina e insulina ematica a digiuno, tra gli altri parametri, si sono ridotti nei pazienti trattati con silimarina.

Alcuni anni dopo, lo stesso gruppo di ricerca ha condotto uno studio controllato aperto di 12 mesi su 60 pazienti diabetici con cirrosi, trattati con silimarina o placebo come nello studio precedente e terapia standard. I risultati hanno mostrato gli stessi risultati dopo quattro mesi di trattamento. 

In uno studio successivo, un diverso complesso di silibina, il principale componente attivo della silimarina, con vitamina E e fosfolipidi (188 mg di silibina al giorno) o placebo è stato somministrato a 85 pazienti con Nafld con o senza virus dell’epatite C (questi ultimi non rispondenti al trattamento con interferone e ribavirina) per sei mesi. Sono stati analizzati i parametri del metabolismo dei carboidrati e la fibrosi epatica e si è scoperto che il trattamento migliorava l'insulino-resistenza. I risultati hanno mostrato una diminuzione significativa di Homa-Ir e insulinemia, nonché livelli di Alt, gamma-glutamil transferasi (Ggt) e fibrosi epatica in entrambi i gruppi.

Una diversa formulazione di silimarina combinata con un altro nutraceutico, la berberina, è stata somministrata a 22 pazienti diabetici con controllo glicemico non ottimale nonostante l'uso della terapia standard ha dimostrato dopo 90 giorni di aver ridotto i livelli di HbA1c, insulina basale, Homa-Ir, trigliceridi e colesterolo Ldl. 

La stessa formulazione testata in un altro studio clinico con 105 pazienti in sovrappeso, euglicemici e dislipidemici a basso rischio cardiovascolare per tre mesi in un disegno in doppio cieco, controllato con placebo, ha confermato la capacità di migliorare l’insulino-resistenza e i diversi parametri del metabolismo lipidico. Nel medesimo anno, altri tre studi, caratterizzati da formulazioni differenti, hanno pubblicato i risultati dell'effetto della silimarina sulla resistenza insulinica. Non solo: i risultati raccolti negli anni suggeriscono che il trattamento con silimarina può contribuire ad accelerare la disintossicazione da Bpa (bisfenolo A), migliorare il potere antiossidante cellulare nei pazienti con Nafld e, cosa altrettanto importante, ridurre l'insulino-resistenza.

Degno di nota è il fatto che solo una parte della silimarina orale viene assorbita a causa dell'ampio metabolismo di fase II, della ridotta permeabilità nell'intestino, della bassa solubilità acquosa e della rapida escrezione nella bile e nelle urine. Data, dunque, la scarsa biodisponibilità, sono rilevanti le strategie delle formule integrative adottate.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Impact of Silymarin in individuals with nonalcoholic fatty liver disease: a systematic review and meta-analysis. Nutrition - 25 November 2020. Volume 83.
  • Silymarin is an ally against insulin resistance: a review. Annals of hepatology - 17 september 2020. Volume 23.
  • The effects of silymarin supplementation on metabolic status and oxidative stress in patients with type 2 diabetes mellitus: a systematic review and meta-analysis of clinical trials. Complementary therapies in medicine - 3 September 2018 - Volume 41 Pages 311-319.
  • Antioxidant effects and mechanism of silymarin in oxidative stress induced cardiovascular diseases. Biomedicine & Pharmacotherapy - 5 April 2018 - Volume 102 Pages 689-698
  • Silymarin impacts on immune system as an immunomodulator: one key for many locks. International immunopharmacology - 30 June 2017 - Volume 50 Pages 194-201.
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