Ovaio policistico, studio conferma promesse per la berberina

09 Dicembre 2021

La berberina potrebbe rappresentare un nuovo integratore alimentare sicuro, utile ed efficace nella strategia di trattamento in caso di sindrome dell’ovaio policistico (Pcos). Le indicazioni giungono da uno studio pubblicato su Nutrients, coordinato da Mariangela Rondanelli, docente di Scienze e tecniche dietetiche all’Università di Pavia.

P.ssa Rondanelli, quali sono le peculiarità della berberina che la rendono interessante nell’approccio alla Pcos?

La berberina si è dimostrata efficace nel ridurre la resistenza all'insulina e l'obesità. In particolare, riduce, in termini di volume e massa, il tessuto adiposo viscerale che è correlato al rischio cardiovascolare, in vitro e in modelli murini. Nell’uomo, alcuni autori hanno ipotizzato come l’insulino-resistenza sia il fattore chiave che porterebbe a obesità e cicli anovulatori nelle pazienti con Pcos e hanno dimostrato che la berberina induce un miglioramento della resistenza all'insulina e un miglioramento della regolarità dei cicli mestruali quando somministrata per via orale. Inoltre, altri autori hanno osservato una riduzione dei valori di proteina C reattiva, che è un indice dell’infiammazione, in donne con Pcos e obesità dopo assunzione di berberina per due mesi

Qual è stato l’obiettivo della vostra ricerca?

Lo studio ha arruolato 12 donne in sovrappeso, con Pcos e mestruazioni normali. Lo scopo è stato quello di valutare l'effetto della berberina, tramite indagine pre e post-intervento, su una vasta scala di parametri metabolici e infiammatori come: resistenza all'insulina mediante valutazione dell’indice Homa, metabolismo lipidico, infiammazione mediante valutazione di proteina C-reattiva e Tnf-α, ormoni sessuali e sintomi correlati all'iperandrogenismo come l'acne, valutato tramite il Global acne grading system e il Cardiff acne disability index. Inoltre, sono state valutate le variazioni della composizione corporea, ovvero massa magra, massa grassa, Vat, utilizzando la Dxa, strumento gold standard per la valutazione di composizione corporea.

Che tipo di studio avete condotto e che tipo di berberina è stata utilizzata?

È stato condotto uno studio di intervento su un gruppo solo di soggetti, analizzando i dati pre e post-intervento. È stato utilizzato un estratto di berberina in combinazione con lecitina di girasole, proteina di pisello ed estratto di semi d’uva, cosiddetto Berberina Fitosoma Bbr-Pp, standardizzato.

La quantità di Berberina Fitosoma è stata di 550 mg due volte al giorno per 60 giorni.

Che risultati avete potuto osservare?

I risultati hanno mostrato una diminuzione statisticamente significativa dell'indice Homa utilizzato per rilevare l'insulino-resistenza, della glicemia e dei livelli di insulina dopo 30 e 60 giorni di integrazione. Inoltre, la supplementazione ha modulato anche il profilo lipidico, con diminuzione significativa di V-Ldl e trigliceridi, e il pattern ormonale, con efficacia statisticamente significativa sulla modulazione del testosterone e della Globulina legante l’ormone sessuale. Di particolare interesse anche la significativa diminuzione dei sintomi dell'acne e un miglioramento della composizione corporea: riduzione di Bmi, circonferenza vita, circonferenza fianchi, rapporto W/H, Vat, massa totale, massa grassa. Risultati significativi sono stati osservati anche nella risposta infiammatoria con riduzione dei valori di Pcr e Tnf-α.

Quali conclusioni si possono trarre e quali le prospettive, a suo giudizio?

La berberina può avere un'attività positiva nel ridurre la resistenza all'insulina, l'acne, l'androgenismo e l'infiammazione, nella regolazione del metabolismo lipidico e nel miglioramento della composizione corporea. Può quindi rappresentare una nuova strategia per la gestione della Pcos.

Nicola Miglino

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