Il panel di esperti ha preso in rassegna, su Pubmed, gli studi clinici dal 1970 risultanti da una ricerca con le seguenti parole chiave: nutraceuticals, dietary supplements, herbal drug “and” heart failure. Per ciascuna sostanza, sono state riportate le evidenze cliniche e, su queste basi, il parere del panel. Questo il riepilogo analitico dei risultati:
Coenzima Q10
Le metanalisi disponibili consentono di sostenere che l'integrazione con CoQ10 (in particolare con dosi ≥ 200 mg/die) può essere di beneficio in pazienti con insufficienza cardiaca cronica, in particolare nella fase iniziale, e potrebbe determinare una riduzione dei principali eventi cardiaci avversi e della mortalità totale.
Biancospino
Gli estratti hanno dimostrato di determinare benefici sulla capacità funzionale, sul controllo dei sintomi e in generale sulla qualità della vita, in caso sia di frazione di eiezione preservata che ridotta. Sono, però, necessari ulteriori studi, in quanto gran parte dei dati positivi è stata ottenuta in pazienti non trattati farmacologicamente con gli attuali standard di riferimento.
Omega-3/Pufa
I dati disponibili indicano che l’integrazione con Epa e Dha sia in grado migliorare la prognosi dello scompenso, specialmente nei pazienti dopo infarto del miocardio.
L-carnitina
Le evidenze ne segnalano un possibile ruolo come adiuvante della terapia convenzionale, migliorando i sintomi clinici e funzione cardiaca, nonché riducendo i livelli sierici di Bnp e Nt-proBnp. Sono, però, necessarie ulteriori ricerche per valutare in modo più accurato la rilevanza clinica dell’integrazione.
Tiamina (Vitamina B1)
Sono necessari trial clinici randomizzati a lungo termine con campioni di grandi dimensioni per confermarne o meno eventuali effetti positive.
Cacao e cioccolato
Sono necessari ulteriori dati: sebbene i dati suggeriscano che il consumo di cioccolato possa svolgere un ruolo nello scompenso, non sono chiare le quantità e se l’effetto sia più legato alla prevenzione o al rallentamento della progressione della malattia.
L-carnosina
Necessari trial clinici randomizzati su larga scala.
Vitamina D
Le evidenze sembrano deporre a favore di un impiego della Vitamina D in supporto alle terapie standard nel miglioramento della prognosi dei pazienti. Per arrivare, però, a raccomandazioni per un impiego routinario sono necessari studi multicentrici, randomizzati e su ampia scala.
Magnesio
Non vi sono dati sufficienti in merito alla correlazione tra concentrazioni seriche di magnesio e prognosi della malattia, piuttosto che sui benefici clinici di una supplementazione.
Barbabietola rossa e nitrati inorganici
Pochi dati a disposizione per suggerire raccomandazioni.
D-Ribosio
Dati preliminari incoraggianti come supporto energetico in caso di cardiopatia ischemica, in particolare per il miglioramento della funzione diastolica in corso di scompenso. Disponibili, però pochi studi, su campioni limitati e di breve durata.
Probiotici
Alcuni ceppi (in particolare lactobacilli e bifidobatteri in aggiunta a S. boulardii) vengono indicati come utili insieme alle terapie convenzionali.
Ferro
Si ribadiscono le line guida Esc (European society of cardiology) sui benefici di una supplementazione con ferro nei casi di scompenso con frazione di eiezione ridotta. Per le altre tipologie, sono necessari ulteriori dati.
Vitamin C e Vitamina E
Nessuna evidenza di efficacia.
Così concludono gli Autori: “L'assunzione, in dosaggi adeguati, di alcuni nutraceutici, quali estratto di biancospino e barbabietole, CoQ10, L-carnitina, D-ribosio, carnosina, vit D, probiotici e Pu-n-3, potrebbe portare a miglioramenti sia della qualità di vita che di parametri funzionali quali frazione di eiezione e gittata cardiaca, con effetti collaterali minimi o assenti. Benefici che tendono a essere maggiori nelle fasi precoci dello scompenso. Efficacia su almeno un evento cardiovascolare maggiore è documentata in trial clinici di ampie dimensioni per CoQ10, biancospino, n-3 Pufa. Per altri nutraceutici, sono necessari ulteriori studi e, comunque, in nessun caso l'impiego può essere sostitutivo delle terapie oggi in uso”.
Nicola Miglino