Indicazioni all’uso di Omega-3 in aggiunta a terapia antidepressiva

23 Ottobre 2019

Pubblicate su Psychotherapy and Psychosomatics le prime linee guida sull’impiego degli Omega-3 nel trattamento della depressione. Il documento è frutto del lavoro di un gruppo di esperti dell'International society for nutritional psychiatry research (Isnpr) che ha preso in rassegna i lavori scientifici presenti in letteratura, sottoponendo una serie di conclusioni a un panel dei 10 maggiori esperti internazionali sul tema e derivandone così un elenco di raccomandazioni.

Nel complesso, si tratta di 12 indicazioni suddivise in 5 aree: suggerimenti di carattere generale, strategie di trattamento in acuto, recidive e prevenzione, popolazioni speciali di pazienti, sicurezza.

Innanzitutto, viene sottolineata l'importanza di un’accurata diagnosi clinica e di un inquadramento psicopatologico con strumenti di misura riconosciuti prima di inserire gli Omega-3 in un piano terapeutico, evitando in ogni modo il ricorso all’autoprescrizione.

Il miglior impiego degli Omega-3 è come trattamento aggiuntivo alle terapie standard e non in monoterapia. Risultano sicuri ed efficaci sia all’inizio della terapia farmacologica, per accelerarne l’entrata in azione, sia in aggiunta, quando il trattamento non sta dando i risultati sperati.

Per quanto riguarda la formulazione e il dosaggio, viene raccomandano l'acido eicosapentaenoico (Epa) sia puro, sia in combinazione con acido docosaesaenoico (Dha), in un rapporto 2/1 per almeno otto settimane. I dosaggi terapeutici raccomandati dovrebbero mirare a 1–2 g/die di Epa da solo o 1-2 g/die di Epa in combinazione Epa/Dha (>2:1), una dose che può essere incrementata nei non responders entro le prime due settimane di trattamento per arrivare, in 4-5 settimane fino alla dose massima, se tollerata. In caso di mancata risposta, un suggerimento è quello di controllare la qualità del prodotto.

Gli Omega-3, andrebbero raccomandati anche come terapia profilattica in popolazioni ad alto rischio, in aggiunta alle terapie standard. La durata del trattamento in acuto con Pufa n-3 potrebbe essere prolungata come terapia di mantenimento per prevenire potenziali recidive.

Sul fronte sicurezza, si raccomanda di monitorare scrupolosamente gli effetti collaterali, in particolare sul fronte gastrointestinale e dermatologico, e il quadro metabolico, in particolare nei pazienti che assumono le dosi più elevate.  

Nessuna controindicazione all’uso in soggetti in sovrappeso (Bmi>25) e/o con livelli elevati di marker infiammatori, così come in gravidanza e nel periodo perinatale, nonché in anziani, bambini e adolescenti.

Il valore dei Pufa Omega-3 nella depressione è sottostimato, benché vi siano evidenze scientifiche di un loro ruolo efficace che deve essere riconosciuto dalla classe medica”, commenta Kuan-Pin Su, capo del dipartimento di Psichiatria generale, alla China medical university di Taichung, a Taiwan, e tra gli autori del lavoro.

 

 

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