Mirtilli, due studi ne promuovo l’azione protettiva a livello cerebrale

31 Maggio 2022

Mirtillo nero (Blueberry) e Mirtillo rosso o americano (Cranberry). Ecco gli scudi per il cervello secondo i risultati di due studi pubblicati di recente su Nutrients e Frontiers in nutrition.

Il primo è stato condotto da un gruppo di lavoro dell’Università di Cincinnati che da tempo sta promuovendo una serie di ricerche sui benefici delle bacche in anziani con malattia neurodegenerativa.

Questa volta ha valutato una popolazione più giovane, tra i 50 e i 65 anni, per valutare l’effetto in termini di profilassi e riduzione del rischio.

Sono stati arruolati 33 abitanti dell'area di Cincinnati, in sovrappeso, prediabetici e con lieve declino cognitivo, indizi precoci, secondo gli Autori, di un rischio di sviluppare demenza in età più avanzata. Per 12 settimane, a metà di loro è stato somministrato giornalmente un estratto di mirtilli in polvere da miscelare con acqua e consumare a colazione o a cena, equivalente a circa mezza tazza di mirtilli interi. All’altra metà, placebo.

I partecipanti sono stati sottoposti a test che hanno misurato alcune capacità cognitive legate a funzioni esecutive quali memoria di lavoro, flessibilità mentale e autocontrollo.

Il gruppo attivo ha evidenziato miglioramenti significativi in alcune funzioni esecutive, specie nelle capacità lessicali e mnemoniche.

In aggiunta, presentava livelli di insulina a digiuno più bassi, segno di miglioramento della funzione metabolica e un modesto grado di disaccoppiamento mitocondriale, un processo cellulare che è stato associato a maggiore longevità e ridotto stress ossidativo.

"Siamo consapevoli del fatto che la ridotta dimensione del campione rappresenti un'ovvia limitazione dello studio”, concludono gli Autori. “Per questo sarà importante riprodurre questi risultati con numeri più ampi. Nel frattempo, consumare regolarmente mirtilli potrebbe essere comunque una buona idea”.

Mirtilli rossi

Il secondo studio, promosso da ricercatori inglesi dell’University of East Anglia, ha coinvolto 60oartecipanti di età compresa tra 50 e 80 anni, sani dal punto di vista neurocognitivo.

Per 12 settimane, metà ha consumato giornalmente una bevanda a base di estratto di mirtillo rosso liofilizzato, equivalente a 100 gr di frutto fresco, l’altra metà placebo. Test cognitivi, valutazioni di neuroimaging, ed esami ematici sono stati effettuati prima e alla fine del periodo di intervento.

Al termine dello studio, il gruppo “mirtillo rosso” ha mostrato significativi miglioramenti cognitivi, in particolare legati alla memoria episodica visiva, e della perfusione cerebrale rispetto al placebo, insieme a una rilevante diminuzione del colesterolo Ldl.

“Studi passati hanno dimostrato che un maggior consumo di flavonoidi si associa a un rallentamento dei processi di declino cognitivo e demenza e gli alimenti ricchi di antociani e proantocianidine, che danno alle bacche il loro colore rosso, blu o viola, hanno dimostrato di favorire l’attività cognitiva”, commentano gli Autori. “I nostri risultati supportano l’ipotesi che i mirtilli migliorino la salute vascolare, contribuendo così al miglioramento della perfusione cerebrale e delle funzioni cognitive”.

Nicola Miglino

 

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